Documento PDF (Thesis)
Disponibile con Licenza: Creative Commons: Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 (CC BY-NC-ND 3.0) Download (7MB) |
|
Documento PDF (Supplementary file)
Disponibile con Licenza: Creative Commons: Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 (CC BY-NC-ND 3.0) Download (2MB) |
|
Documento PDF (Supplementary file)
Disponibile con Licenza: Creative Commons: Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 (CC BY-NC-ND 3.0) Download (1MB) |
|
Documento PDF (Supplementary file)
Disponibile con Licenza: Creative Commons: Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 (CC BY-NC-ND 3.0) Download (420kB) |
|
Documento PDF (Supplementary file)
Disponibile con Licenza: Creative Commons: Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 (CC BY-NC-ND 3.0) Download (293kB) |
Abstract
Negli ultimi anni, un numero crescente di città sta enunciando piani e obiettivi per migliorare la resilienza urbana, intesa come la capacità del sistema di resistere e prosperare anche in caso di shock o gravi sollecitazioni. La tesi indaga il tema della resilienza al fine di creare un sistema di valutazione della stessa, proponendosi di integrare la resilienza con la sostenibilità La soglia per un livello adeguato è determinata dal tipo di disastri naturali che potrebbero verificarsi nell’area esaminata. L'oggetto di analisi è un edificio a destinazione mista, situato nella città di Portland (Oregon, Stati Uniti). Secondo la storia geologica dell’Oregon, Portland è particolarmente esposta al “Big One”, un terremoto di magnitudo 9/9.2 che creerebbe lo scenario più grave: sette giorni senza servizi di nessun tipo e remote possibilità di evacuazione. Si pone quindi l'obbiettivo di rendere autosufficiente l’edificio per una settimana. In tal caso gli indicatori della resilienza più pertinenti sono: l’apporto idrico e l’apporto energetico. Le analisi dello stato di fatto, rivelano che, attualmente l’edificio non supera lo “stress test”. Il periodo di autosufficienza si incrementa, tramite l’introduzione di volta in volta di strategie sostenibili. Lo studio si conclude quando l’apporto idrico ed energetico assicurano l'autonomia per sette giorni, soddisfacendo così lo “stress test”. Emerge pertanto che la resilienza ha bisogno di essere integrata con la sostenibilità, per creare un potenziale metodo progettuale che può effettivamente condurci verso i futuri sistemi sostenibili desiderati. Non è possibile prevedere il futuro, ma è concepibile quindi prepararsi adeguatamente a superare tali condizioni di sollecitazione, al fine di vivere con sicurezza nonostante queste avverse eventualità.