Studio di biofiller da scarti agroindustriali, preparazione e sviluppo di biocompositi

Negli ultimi decenni, la crescente consapevolezza riguardo ai problemi ambientali ha portato alla necessità di ripensare l’uso di materiali plastici tradizionali. Sebbene questi siano apprezzati per la loro versatilità e il basso costo, il loro impatto ambientale, in termini di accumulo di rifiuti e rilascio di microplastiche, ha creato gravi danni agli ecosistemi, alla salute umana e all’economia. Questo rende essenziale sviluppare alternative più sostenibili. I biocompositi, ottenuti combinando polimeri biodegradabili o biobased con filler naturali, rappresentano una soluzione promettente. Questi materiali offrono la possibilità di valorizzare residui agricoli e industriali, riducendo così la dipendenza da risorse non rinnovabili e contribuendo allo sviluppo di un'economia circolare. L'interesse per i biocompositi è evidenziato dalla crescente produzione di plastica biobased e dagli investimenti delle aziende in soluzioni più ecologiche, che portano vantaggi sia ambientali che economici. Questa ricerca si concentra sull'analisi del processo di sviluppo dei biocompositi utilizzando questi biofiller. Sono stati effettuati trattamenti specifici, soprattutto sul filler di biocarbonato (ESF), per ridurre l'odore sgradevole e migliorare le proprietà meccaniche. Il filler di ESF è stato caratterizzato in varie forme: ESF A1 (biofiller base), ESF A2 (granulometria più fine), ESF B1, B2 e B3, con differenti trattamenti chimici e fisici al fine di migliorare l’adesione interfacciale matrice/rinforzo. Inoltre, sono stati studiati diversi gradi di granulometria del filler a base di farina di semi di vinacciolo (WGS) per comprendere il loro impatto sulle proprietà finali del composito. L'obiettivo finale è valutare come i trattamenti influenzino sia la riduzione degli odori che le proprietà meccaniche dei biocompositi, con l’intento di sviluppare materiali sostenibili per potenziali applicazioni industriali.