Progetto calzaturiero mentore di comprensione, interazione, riflessione e condivisione.

Avevo questa storia, secondo cui la comprensione volgeva le spalle alla società. Un comportamento silenzioso, elitario, affacciava sulla strada colorandosi al led. Ad irrompere era la velocità di produzione e di trasporto. Si direbbe che l’uomo, ebbro di dinamismo e movimento, si sia messo a girar su se stesso, perdendo equilibrio ed orientamento. Niente di buono, niente di che, senso di vuoto. Un contesto invalicabile che rassicura i soli addetti, ha la calligrafia del dottore. Serve dunque qualcosa, un gesto, un piccolo senso, acqua fredda sui polsi. Appena indietreggi, riesci a non limitarti ai fatti, ma al senso di questi. Come fossimo bambini tutti quanti, radunati, regrediti in un unico asilo. Matite colorate, forbici, carta, polpastrelli appiccicati, e quell’unico grande tavolo condiviso, altro non è che il piacere della scoperta. Ho un anno, tre, meno di cinque, il camice blu, le scarpe slacciate. Maestra? Faccio da me, serve coraggio, pazienza, ma funziona. Avanti, le riannodo, avanzo sicuro, testa così alta da superar le nubi. Passo dopo passo, così come ve l’ho raccontata. Passo dopo passo.