Software Defined Security: il futuro della sicurezza in rete

La tesi in oggetto tratta di come la virtualizzazione, tecnica ormai adottata in molteplici campi dell’informatica, possa essere il futuro delle reti di telecomunicazione. Infatti, NFV (Network Function Virtualization) è un tassello fondamentale per la realizzazione delle cosiddette reti “softwarizzate”, comunemente chiamate SDN (Software-Defined Networking). Queste ultime basano la grande maggioranza delle proprie funzionalità su software installati nel livello applicativo e demandano la gestione del flusso dei dati ad uno o più controller, il quale orchestra l’hardware al livello sottostante (tipicamente switch e router) tramite il protocollo OpenFlow. Questa nuova tipologia di approccio apre la strada per innumerevoli possibilità: gli apparati di rete diventano sostanzialmente dispositivi passivi e assumono un ruolo marginale, mentre il coordinamento delle funzioni di rete attraverso dei software permette di gestire la rete e tutte le sue funzioni tramite la cosiddetta programmazione diretta. È però necessario sottolineare che, poiché questa nuova tipologia di reti comporta un cambiamento radicale rispetto a come le conosciamo oggi, per rendere realtà (e standard) SDN ci sono da affrontare diverse difficoltà. In particolar modo viene posta l’attenzione sulla tutela di questi sistemi, fornendo una panoramica di quali sono le sfide che la loro messa in sicurezza comporta. L’insieme delle tecnologie atte alla salvaguardia della rete da minacce, sia interne che esterne, attraverso l’impiego di applicativi viene denominata SDS (Software-Defined Security). La sicurezza viene così affidata a software appositamente pensati che, potenzialmente, rendono l’applicazione delle politiche di sicurezza all’interno della rete estremamente dinamiche, efficienti ed efficaci.