Mazzotti, Matilde
(2011)
Effetto dell'erbicida Terbutilazina sulla crescita di flagellate marine in coltura.
[Laurea magistrale], Università di Bologna, Corso di Studio in
Biologia marina [LM-DM270] - Ravenna
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Abstract
Il fitoplancton è costituito da organismi molto importanti per l'ambiente marino e
molto diversificati sia dal punto di vista morfologico che fisiologico.Questi organismi
sono normalmente soggetti ai cambiamenti stagionali e alle variazioni dell'ambiente
dovute sia a fenomeni naturali che all'impatto antropico, sempre più rilevante.
Con questa tesi si è voluto approfondire l'effetto di erbicidi comunemente usati
dall'uomo in agricoltura su delle microalghe flagellate rappresentative del Mar
Adriatico. L'inquinante scelto è la Terbutilazina, sostanza utilizzata per il diserbo del
mais e diffusa in tutta l'area padano-venera, come dimostrano i dati dei
campionamenti ARPA, che riportano la presenza di Terbutilazina e del suo prodotto
di degradazione Desetil-Terbutilazina a concentrazioni superiori al limite fissato sia
nelle acque superficiali che in quelle sotterranee. Anche in mare come riportato in
letteratura (Carafa et. al 2009)è stato riscontrato a concentrazioni superiori al limite
previsto dalla normativa vigente in Italia. In particolare il meccanismo d'azione di
questo erbicida interferisce con la fotosintesi, agendo sulle proteine di membrana dei
cloroplasti, rimpiazzando il chinone accettore di elettroni QB della proteina D1 del
fotosistema II.
Più specie di microalghe fatte crescere in colture 'batch' sono state testate a diverse
concentrazioni di erbicida in condizione di luce nutrienti costanti. Questi esperimenti
sono stati inoltre condotti a due diverse temperature (20 e 25°C) per studiare l'effetto
di questo inquinante in correlazione con l'attuale aumento di temperatura in atto nel
pianeta.
In una prima fase di screening è stato valutato l'effetto della Terbutilazina su 9 specie
di flagellate rappresentative dell'Adriatico, tramite misure dell'efficienza
fotosintetica. Grazie a questa prima fase sono state individuate le microalghe e le
relative concentrazioni di Terbutilazina da utilizzare negli esperimenti.
Per gli esperimenti, sono state scelte le due specie algali Gonyaulax spinifera e
Prorocentrum minimum sulle quali si è approfondito lo studio dell'effetto
dell'inquinante alle due temperature, attraverso una serie di analisi volte ad
individuare le risposte in termini di crescita e di fisiologia delle alghe quali: conteggio
delle cellule, torbidità, efficienza fotosintetica, consumo di nutrienti, quantità di
clorofilla e di polisaccaridi extracellulari prodotti.
La scelta di queste microalghe è stata dettata dal fatto che Gonyaulax spinifera si è rivelata la microalga più sensibile a concentrazioni di erbicida più vicine a quelle
ambientali fra tutte le alghe valutate, mentre Prorocentrum minimum è fra le
dinoflagellate più frequenti e rappresentative del Mar Adriatico (Aubry et al. 2004),
anche se non particolarmente sensibile; infatti P. minimum è stato testato ad una
concentrazione di erbicida maggiore rispetto a quelle normalmente ritrovate in
ambiente marino.
Dai risultati riportati nella tesi si è visto come l'erbicida Terbutilazina sia in grado di
influenzare la crescita e la fotosintesi di microalghe flagellate dell'Adriatico anche a
concentrazioni pari a quelle rilevate in ambiente, e si è evidenziato che gli effetti sono
maggiori alle temperature in cui le microalghe hanno una crescita meno efficiente.
Questi studi hanno messo in evidenza anche l'utilità delle misure di fotosintesi tramite
fluorimetro PAM nel valutare le risposte delle microalghe agli erbicidi triazinici.
Inoltre la diversa risposta delle microalghe osservata, potrebbe avere conseguenze
rilevanti sulle fioriture estive di fitoplancton in caso di presenza in mare di
Terbutilazina, anche a concentrazioni non particolarmente elevate.
Questo lavoro si inserisce in un contesto più ampio di ricerca volto alla
modellizzazione della crescita algale in presenza di inquinanti ed in concomitanza
con le variazioni di temperatura. Infatti i dati ottenuti insieme a misure di carbonio
cellulare, non ancora effettuate, saranno utili per la messa a punto di nuove
parametrizzazioni che si avvicinino maggiormente ai dati reali, per poi simulare i
possibili scenari futuri variando le condizioni ambientali e le concentrazioni dell'inquinante studiato.
Abstract
Il fitoplancton è costituito da organismi molto importanti per l'ambiente marino e
molto diversificati sia dal punto di vista morfologico che fisiologico.Questi organismi
sono normalmente soggetti ai cambiamenti stagionali e alle variazioni dell'ambiente
dovute sia a fenomeni naturali che all'impatto antropico, sempre più rilevante.
Con questa tesi si è voluto approfondire l'effetto di erbicidi comunemente usati
dall'uomo in agricoltura su delle microalghe flagellate rappresentative del Mar
Adriatico. L'inquinante scelto è la Terbutilazina, sostanza utilizzata per il diserbo del
mais e diffusa in tutta l'area padano-venera, come dimostrano i dati dei
campionamenti ARPA, che riportano la presenza di Terbutilazina e del suo prodotto
di degradazione Desetil-Terbutilazina a concentrazioni superiori al limite fissato sia
nelle acque superficiali che in quelle sotterranee. Anche in mare come riportato in
letteratura (Carafa et. al 2009)è stato riscontrato a concentrazioni superiori al limite
previsto dalla normativa vigente in Italia. In particolare il meccanismo d'azione di
questo erbicida interferisce con la fotosintesi, agendo sulle proteine di membrana dei
cloroplasti, rimpiazzando il chinone accettore di elettroni QB della proteina D1 del
fotosistema II.
Più specie di microalghe fatte crescere in colture 'batch' sono state testate a diverse
concentrazioni di erbicida in condizione di luce nutrienti costanti. Questi esperimenti
sono stati inoltre condotti a due diverse temperature (20 e 25°C) per studiare l'effetto
di questo inquinante in correlazione con l'attuale aumento di temperatura in atto nel
pianeta.
In una prima fase di screening è stato valutato l'effetto della Terbutilazina su 9 specie
di flagellate rappresentative dell'Adriatico, tramite misure dell'efficienza
fotosintetica. Grazie a questa prima fase sono state individuate le microalghe e le
relative concentrazioni di Terbutilazina da utilizzare negli esperimenti.
Per gli esperimenti, sono state scelte le due specie algali Gonyaulax spinifera e
Prorocentrum minimum sulle quali si è approfondito lo studio dell'effetto
dell'inquinante alle due temperature, attraverso una serie di analisi volte ad
individuare le risposte in termini di crescita e di fisiologia delle alghe quali: conteggio
delle cellule, torbidità, efficienza fotosintetica, consumo di nutrienti, quantità di
clorofilla e di polisaccaridi extracellulari prodotti.
La scelta di queste microalghe è stata dettata dal fatto che Gonyaulax spinifera si è rivelata la microalga più sensibile a concentrazioni di erbicida più vicine a quelle
ambientali fra tutte le alghe valutate, mentre Prorocentrum minimum è fra le
dinoflagellate più frequenti e rappresentative del Mar Adriatico (Aubry et al. 2004),
anche se non particolarmente sensibile; infatti P. minimum è stato testato ad una
concentrazione di erbicida maggiore rispetto a quelle normalmente ritrovate in
ambiente marino.
Dai risultati riportati nella tesi si è visto come l'erbicida Terbutilazina sia in grado di
influenzare la crescita e la fotosintesi di microalghe flagellate dell'Adriatico anche a
concentrazioni pari a quelle rilevate in ambiente, e si è evidenziato che gli effetti sono
maggiori alle temperature in cui le microalghe hanno una crescita meno efficiente.
Questi studi hanno messo in evidenza anche l'utilità delle misure di fotosintesi tramite
fluorimetro PAM nel valutare le risposte delle microalghe agli erbicidi triazinici.
Inoltre la diversa risposta delle microalghe osservata, potrebbe avere conseguenze
rilevanti sulle fioriture estive di fitoplancton in caso di presenza in mare di
Terbutilazina, anche a concentrazioni non particolarmente elevate.
Questo lavoro si inserisce in un contesto più ampio di ricerca volto alla
modellizzazione della crescita algale in presenza di inquinanti ed in concomitanza
con le variazioni di temperatura. Infatti i dati ottenuti insieme a misure di carbonio
cellulare, non ancora effettuate, saranno utili per la messa a punto di nuove
parametrizzazioni che si avvicinino maggiormente ai dati reali, per poi simulare i
possibili scenari futuri variando le condizioni ambientali e le concentrazioni dell'inquinante studiato.
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(Laurea magistrale)
Autore della tesi
Mazzotti, Matilde
Relatore della tesi
Correlatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Data di discussione della Tesi
24 Febbraio 2011
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(?? magistrale ??)
Autore della tesi
Mazzotti, Matilde
Relatore della tesi
Correlatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Data di discussione della Tesi
24 Febbraio 2011
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