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Abstract
Il termine biochar definisce il prodotto solido derivante dalla pirolisi di un qualsiasi materiale organico, con
lo specifico scopo di essere applicato nei suoli sia per fini agronomici che di gestione ambientale.
Un suo utilizzo in maniera "responsabile" richiede però una piena comprensione delle sue proprietà e dei
meccanismi che controllano la sua attività nel terreno, che dipendono dalla biomassa di partenza e dalle
condizioni di sintesi tramite pirolisi. Infatti le condizioni di pirolisi, in particolare la temperatura di processo
e il tempo di residenza, determinano biochar con caratteristiche differenti.
In questo lavoro di tesi sono stati prodotti biochar da due diverse tipologie di biomassa residuale
ampiamente disponibili (stocchi di mais e pollina). Per ciascuna biomassa sono state scelte tre condizioni di
pirolisi (400°C x 20 minuti, 500°C x 10 minuti e 600°C x 5 minuti). Sui biochar ottenuti sono state effettuate
le seguenti determinazioni: analisi elementare, Pirolisi‐GC‐MS, idrocarburi policiclici aromatici (IPA), acidi
grassi volatili (VFA), azoto ammoniacale (N‐NH4
+), pH, conduttività elettrica e ritenzione idrica.
Infine i biochar sintetizzati sono stati utilizzati per fare due test di germinazione per valutare l'effetto sulla
formazione delle prime strutture di crescita delle plantule, tramite test di tossicità brevi con piastre Petri.
Il primo test è stato condotto a concentrazione crescente di miscele acqua/biochar (2, 5, 40 e 100 g/L sulla
base delle quantità di biochar utilizzate come ammendante nel suolo), sulla germinazione seguendo la
metodologia normata dalla ISO 11269:2012.
I semi utilizzati nel primo test sono stati quelli del crescione (Lepidium sativum L.) come specie
dicotiledone, e del sorgo (Sorghum saccharatum M.) come monocotiledone.
Il secondo saggio di tossicità eseguito è stato quello descritto dalla normativa in materia UNI 11357,
valutando l'eventuale effetto di tossicità alla massima concentrazione delle varie tipologie di biochar,
utilizzando come specie dicotiledoni il cetriolo (Cucumis sativus L.) ed il crescione (Lepidium sativum L.),
come monocotiledone il sorgo (Sorghum saccharatum M.).
Per i biochar da stocchi di mais, rappresentativi di biomasse erbacee e con diverso grado di
carbonizzazione, non si osservano effetti apprezzabili alle condizioni di uso agricolo. Nel caso dei biochar
da pollina si osservano invece inibizioni alla germinazione sin dalle concentrazioni più basse. In particolare,
quello pirolizzato a 400°C mostra un potenziale effetto tossico più marcato, probabilmente associato ad un
contenuto di IPA e VFA superiore a quello degli altri biochar.
Abstract
Il termine biochar definisce il prodotto solido derivante dalla pirolisi di un qualsiasi materiale organico, con
lo specifico scopo di essere applicato nei suoli sia per fini agronomici che di gestione ambientale.
Un suo utilizzo in maniera "responsabile" richiede però una piena comprensione delle sue proprietà e dei
meccanismi che controllano la sua attività nel terreno, che dipendono dalla biomassa di partenza e dalle
condizioni di sintesi tramite pirolisi. Infatti le condizioni di pirolisi, in particolare la temperatura di processo
e il tempo di residenza, determinano biochar con caratteristiche differenti.
In questo lavoro di tesi sono stati prodotti biochar da due diverse tipologie di biomassa residuale
ampiamente disponibili (stocchi di mais e pollina). Per ciascuna biomassa sono state scelte tre condizioni di
pirolisi (400°C x 20 minuti, 500°C x 10 minuti e 600°C x 5 minuti). Sui biochar ottenuti sono state effettuate
le seguenti determinazioni: analisi elementare, Pirolisi‐GC‐MS, idrocarburi policiclici aromatici (IPA), acidi
grassi volatili (VFA), azoto ammoniacale (N‐NH4
+), pH, conduttività elettrica e ritenzione idrica.
Infine i biochar sintetizzati sono stati utilizzati per fare due test di germinazione per valutare l'effetto sulla
formazione delle prime strutture di crescita delle plantule, tramite test di tossicità brevi con piastre Petri.
Il primo test è stato condotto a concentrazione crescente di miscele acqua/biochar (2, 5, 40 e 100 g/L sulla
base delle quantità di biochar utilizzate come ammendante nel suolo), sulla germinazione seguendo la
metodologia normata dalla ISO 11269:2012.
I semi utilizzati nel primo test sono stati quelli del crescione (Lepidium sativum L.) come specie
dicotiledone, e del sorgo (Sorghum saccharatum M.) come monocotiledone.
Il secondo saggio di tossicità eseguito è stato quello descritto dalla normativa in materia UNI 11357,
valutando l'eventuale effetto di tossicità alla massima concentrazione delle varie tipologie di biochar,
utilizzando come specie dicotiledoni il cetriolo (Cucumis sativus L.) ed il crescione (Lepidium sativum L.),
come monocotiledone il sorgo (Sorghum saccharatum M.).
Per i biochar da stocchi di mais, rappresentativi di biomasse erbacee e con diverso grado di
carbonizzazione, non si osservano effetti apprezzabili alle condizioni di uso agricolo. Nel caso dei biochar
da pollina si osservano invece inibizioni alla germinazione sin dalle concentrazioni più basse. In particolare,
quello pirolizzato a 400°C mostra un potenziale effetto tossico più marcato, probabilmente associato ad un
contenuto di IPA e VFA superiore a quello degli altri biochar.
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(Laurea magistrale)
Autore della tesi
Marisi, Giovanni
Relatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
Biochar, stocchi di mais, pollina, test germinazione, IPA
Data di discussione della Tesi
18 Dicembre 2013
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(NON SPECIFICATO)
Autore della tesi
Marisi, Giovanni
Relatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
Biochar, stocchi di mais, pollina, test germinazione, IPA
Data di discussione della Tesi
18 Dicembre 2013
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