Macrelli, Stefano
(2007)
Produzione di bioetanolo da scarti lignocellulosici della canna da zucchero: condizioni di saccarificazione e fermentazione simultanee (SSF) e aspetti ambientali del processo.
[Laurea specialistica], Università di Bologna, Corso di Studio in
Ingegneria per l'ambiente e il territorio [LS-DM509], Documento ad accesso riservato.
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Abstract
Il presente studio ha avuto l’obiettivo di indagare la produzione di bioetanolo di seconda
generazione a partire dagli scarti lignocellulosici della canna da zucchero (bagassa), facendo
riscorso al processo enzimatico. L’attività di ricerca è stata svolta presso il Dipartimento di
Ingegneria Chimica dell’Università di Lund (Svezia) all’interno di rapporti scambio con
l’Università di Bologna. Il principale scopo è consistito nel valutare la produzione di etanolo in
funzione delle condizioni operative con cui è stata condotta la saccarificazione e fermentazione
enzimatica (SSF) della bagassa, materia prima che è stata sottoposta al pretrattamento di Steam
Explosion (STEX) con aggiunta di SO2 come catalizzatore acido. Successivamente, i dati ottenuti in
laboratorio dalla SSF sono stati utilizzati per implementare, in ambiente AspenPlus®, il flowsheet
di un impianto che simula tutti gli aspetti della produzione di etanolo, al fine di studiarne il
rendimento energetico dell’intero processo.
La produzione di combustibili alternativi alle fonti fossili oggigiorno riveste primaria
importanza sia nella limitazione dell’effetto serra sia nel minimizzare gli effetti di shock geopolitici
sulle forniture strategiche di un Paese. Il settore dei trasporti in continua crescita, consuma nei paesi
industrializzati circa un terzo del fabbisogno di fonti fossili. In questo contesto la produzione di
bioetanolo può portare benefici per sia per l’ambiente che per l’economia qualora valutazioni del
ciclo di vita del combustibile ne certifichino l’efficacia energetica e il potenziale di mitigazione
dell’effetto serra. Numerosi studi mettono in risalto i pregi ambientali del bioetanolo, tuttavia è
opportuno fare distinzioni sul processo di produzione e sul materiale di partenza utilizzato per
comprendere appieno le reali potenzialità del sistema well-to-wheel del biocombustibile. Il
bioetanolo di prima generazione ottenuto dalla trasformazione dell’amido (mais) e delle melasse
(barbabietola e canna da zucchero) ha mostrato diversi svantaggi: primo, per via della competizione
tra l’industria alimentare e dei biocarburanti, in secondo luogo poiché le sole piantagioni non hanno
la potenzialità di soddisfare domande crescenti di bioetanolo. In aggiunta sono state mostrate forti
perplessità in merito alla efficienza energetica e del ciclo di vita del bioetanolo da mais, da cui si
ottiene quasi la metà della produzione di mondiale di etanolo (27 G litri/anno). L’utilizzo di
materiali lignocellulosici come scarti agricolturali e dell’industria forestale, rifiuti urbani, softwood
e hardwood, al contrario delle precedenti colture, non presentano gli svantaggi sopra menzionati e
per tale motivo il bioetanolo prodotto dalla lignocellulosa viene denominato di seconda
generazione. Tuttavia i metodi per produrlo risultano più complessi rispetto ai precedenti per via
della difficoltà di rendere biodisponibili gli zuccheri contenuti nella lignocellulosa; per tale motivo
è richiesto sia un pretrattamento che l’idrolisi enzimatica. La bagassa è un substrato ottimale per la
produzione di bioetanolo di seconda generazione in quanto è disponibile in grandi quantità e ha già
mostrato buone rese in etanolo se sottoposta a SSF.
La bagassa tal quale è stata inizialmente essiccata all’aria e il contenuto d’acqua corretto al
60%; successivamente è stata posta a contatto per 30 minuti col catalizzatore acido SO2 (2%), al
termine dei quali è stata pretrattata nel reattore STEX (10L, 200°C e 5 minuti) in 6 lotti da 1.638kg
su peso umido. Lo slurry ottenuto è stato sottoposto a SSF batch (35°C e pH 5) utilizzando enzimi
cellulolitici per l’idrolisi e lievito di birra ordinario (Saccharomyces cerevisiae) come consorzio
microbico per la fermentazione.
Un obiettivo della indagine è stato studiare il rendimento della SSF variando il medium di
nutrienti, la concentrazione dei solidi (WIS 5%, 7.5%, 10%) e il carico di zuccheri. Dai risultati è
emersa sia una buona attività enzimatica di depolimerizzazione della cellulosa che un elevato
rendimento di fermentazione, anche per via della bassa concentrazione di inibitori prodotti nello
stadio di pretrattamento come acido acetico, furfuraldeide e HMF. Tuttavia la concentrazione di
etanolo raggiunta non è stata valutata sufficientemente alta per condurre a scala pilota un eventuale
distillazione con bassi costi energetici. Pertanto, sono stati condotti ulteriori esperimenti SSF batch
con addizione di melassa da barbabietola (Beta vulgaris), studiandone preventivamente i rendimenti
attraverso fermentazioni alle stesse condizioni della SSF. I risultati ottenuti hanno suggerito che con
ulteriori accorgimenti si potranno raggiungere gli obiettivi preposti.
E’ stato inoltre indagato il rendimento energetico del processo di produzione di bioetanolo
mediante SSF di bagassa con aggiunta di melassa in funzione delle variabili più significative. Per la
modellazione si è fatto ricorso al software AspenPlus®, conducendo l’analisi di sensitività del mix
energetico in uscita dall’impianto al variare del rendimento di SSF e dell’addizione di saccarosio.
Dalle simulazioni è emerso che, al netto del fabbisogno entalpico di autosostentamento, l’efficienza
energetica del processo varia tra 0.20 e 0.53 a seconda delle condizioni; inoltre, è stata costruita la
curva dei costi energetici di distillazione per litro di etanolo prodotto in funzione delle
concentrazioni di etanolo in uscita dalla fermentazione.
Infine sono già stati individuati fattori su cui è possibile agire per ottenere ulteriori
miglioramenti sia in laboratorio che nella modellazione di processo e, di conseguenza, produrre con
alta efficienza energetica bioetanolo ad elevato potenziale di mitigazione dell’effetto serra.
Abstract
Il presente studio ha avuto l’obiettivo di indagare la produzione di bioetanolo di seconda
generazione a partire dagli scarti lignocellulosici della canna da zucchero (bagassa), facendo
riscorso al processo enzimatico. L’attività di ricerca è stata svolta presso il Dipartimento di
Ingegneria Chimica dell’Università di Lund (Svezia) all’interno di rapporti scambio con
l’Università di Bologna. Il principale scopo è consistito nel valutare la produzione di etanolo in
funzione delle condizioni operative con cui è stata condotta la saccarificazione e fermentazione
enzimatica (SSF) della bagassa, materia prima che è stata sottoposta al pretrattamento di Steam
Explosion (STEX) con aggiunta di SO2 come catalizzatore acido. Successivamente, i dati ottenuti in
laboratorio dalla SSF sono stati utilizzati per implementare, in ambiente AspenPlus®, il flowsheet
di un impianto che simula tutti gli aspetti della produzione di etanolo, al fine di studiarne il
rendimento energetico dell’intero processo.
La produzione di combustibili alternativi alle fonti fossili oggigiorno riveste primaria
importanza sia nella limitazione dell’effetto serra sia nel minimizzare gli effetti di shock geopolitici
sulle forniture strategiche di un Paese. Il settore dei trasporti in continua crescita, consuma nei paesi
industrializzati circa un terzo del fabbisogno di fonti fossili. In questo contesto la produzione di
bioetanolo può portare benefici per sia per l’ambiente che per l’economia qualora valutazioni del
ciclo di vita del combustibile ne certifichino l’efficacia energetica e il potenziale di mitigazione
dell’effetto serra. Numerosi studi mettono in risalto i pregi ambientali del bioetanolo, tuttavia è
opportuno fare distinzioni sul processo di produzione e sul materiale di partenza utilizzato per
comprendere appieno le reali potenzialità del sistema well-to-wheel del biocombustibile. Il
bioetanolo di prima generazione ottenuto dalla trasformazione dell’amido (mais) e delle melasse
(barbabietola e canna da zucchero) ha mostrato diversi svantaggi: primo, per via della competizione
tra l’industria alimentare e dei biocarburanti, in secondo luogo poiché le sole piantagioni non hanno
la potenzialità di soddisfare domande crescenti di bioetanolo. In aggiunta sono state mostrate forti
perplessità in merito alla efficienza energetica e del ciclo di vita del bioetanolo da mais, da cui si
ottiene quasi la metà della produzione di mondiale di etanolo (27 G litri/anno). L’utilizzo di
materiali lignocellulosici come scarti agricolturali e dell’industria forestale, rifiuti urbani, softwood
e hardwood, al contrario delle precedenti colture, non presentano gli svantaggi sopra menzionati e
per tale motivo il bioetanolo prodotto dalla lignocellulosa viene denominato di seconda
generazione. Tuttavia i metodi per produrlo risultano più complessi rispetto ai precedenti per via
della difficoltà di rendere biodisponibili gli zuccheri contenuti nella lignocellulosa; per tale motivo
è richiesto sia un pretrattamento che l’idrolisi enzimatica. La bagassa è un substrato ottimale per la
produzione di bioetanolo di seconda generazione in quanto è disponibile in grandi quantità e ha già
mostrato buone rese in etanolo se sottoposta a SSF.
La bagassa tal quale è stata inizialmente essiccata all’aria e il contenuto d’acqua corretto al
60%; successivamente è stata posta a contatto per 30 minuti col catalizzatore acido SO2 (2%), al
termine dei quali è stata pretrattata nel reattore STEX (10L, 200°C e 5 minuti) in 6 lotti da 1.638kg
su peso umido. Lo slurry ottenuto è stato sottoposto a SSF batch (35°C e pH 5) utilizzando enzimi
cellulolitici per l’idrolisi e lievito di birra ordinario (Saccharomyces cerevisiae) come consorzio
microbico per la fermentazione.
Un obiettivo della indagine è stato studiare il rendimento della SSF variando il medium di
nutrienti, la concentrazione dei solidi (WIS 5%, 7.5%, 10%) e il carico di zuccheri. Dai risultati è
emersa sia una buona attività enzimatica di depolimerizzazione della cellulosa che un elevato
rendimento di fermentazione, anche per via della bassa concentrazione di inibitori prodotti nello
stadio di pretrattamento come acido acetico, furfuraldeide e HMF. Tuttavia la concentrazione di
etanolo raggiunta non è stata valutata sufficientemente alta per condurre a scala pilota un eventuale
distillazione con bassi costi energetici. Pertanto, sono stati condotti ulteriori esperimenti SSF batch
con addizione di melassa da barbabietola (Beta vulgaris), studiandone preventivamente i rendimenti
attraverso fermentazioni alle stesse condizioni della SSF. I risultati ottenuti hanno suggerito che con
ulteriori accorgimenti si potranno raggiungere gli obiettivi preposti.
E’ stato inoltre indagato il rendimento energetico del processo di produzione di bioetanolo
mediante SSF di bagassa con aggiunta di melassa in funzione delle variabili più significative. Per la
modellazione si è fatto ricorso al software AspenPlus®, conducendo l’analisi di sensitività del mix
energetico in uscita dall’impianto al variare del rendimento di SSF e dell’addizione di saccarosio.
Dalle simulazioni è emerso che, al netto del fabbisogno entalpico di autosostentamento, l’efficienza
energetica del processo varia tra 0.20 e 0.53 a seconda delle condizioni; inoltre, è stata costruita la
curva dei costi energetici di distillazione per litro di etanolo prodotto in funzione delle
concentrazioni di etanolo in uscita dalla fermentazione.
Infine sono già stati individuati fattori su cui è possibile agire per ottenere ulteriori
miglioramenti sia in laboratorio che nella modellazione di processo e, di conseguenza, produrre con
alta efficienza energetica bioetanolo ad elevato potenziale di mitigazione dell’effetto serra.
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(Laurea specialistica)
Autore della tesi
Macrelli, Stefano
Relatore della tesi
Correlatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM509
Parole chiave
bioetanolo bagassa lignocellulosa SSF flowsheeting
Data di discussione della Tesi
17 Dicembre 2007
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(Tesi di laurea specialistica)
Autore della tesi
Macrelli, Stefano
Relatore della tesi
Correlatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM509
Parole chiave
bioetanolo bagassa lignocellulosa SSF flowsheeting
Data di discussione della Tesi
17 Dicembre 2007
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