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Abstract
La Sindrome dell’Intestino Irritabile (IBS) è un disturbo cronico dell’interazione intestino-cervello, caratterizzato da dolore addominale ricorrente, alterazioni dell’alvo e ridotta qualità di vita. È una condizione multifattoriale legata a disbiosi, ipersensibilità viscerale e fattori psicosociali e dietetici, con una prevalenza del 5–10% della popolazione. Parallelamente, nei Paesi industrializzati è aumentato il consumo di alimenti ultra-processati (UPF), ricchi di zuccheri, grassi, sale e additivi ma poveri di fibre e micronutrienti, associati a obesità e disturbi gastrointestinali.
Questo studio osservazionale trasversale, condotto presso l’Università di Bologna e l’IRCCS Sant’Orsola, ha valutato l’associazione tra consumo di UPF e sintomi gastrointestinali in 76 soggetti (22 IBS, 18 CD, 16 CD-IBS, 20 controlli). L’analisi, focalizzata su IBS vs controlli, ha rilevato un apporto energetico inferiore nei pazienti IBS (1571 vs 2006 kcal; p=0.04) e un minore consumo di UPF (10,3% vs 14,5% del peso totale; 19,5% vs 20,6% delle kcal), con tendenza a evitare dolci e prodotti confezionati.
I pazienti presentavano sintomi più severi (IBS-SSS), peggior qualità di vita (SF-12, p<0.001) e maggior ansia e depressione (HADS, p<0.001). I risultati suggeriscono strategie dietetiche restrittive spontanee nei pazienti IBS, con potenziale rischio di carenze nutrizionali. Pur non dimostrando causalità, lo studio conferma un’associazione tra IBS e ridotto consumo di UPF, evidenziando la necessità di ulteriori studi prospettici.
Abstract
La Sindrome dell’Intestino Irritabile (IBS) è un disturbo cronico dell’interazione intestino-cervello, caratterizzato da dolore addominale ricorrente, alterazioni dell’alvo e ridotta qualità di vita. È una condizione multifattoriale legata a disbiosi, ipersensibilità viscerale e fattori psicosociali e dietetici, con una prevalenza del 5–10% della popolazione. Parallelamente, nei Paesi industrializzati è aumentato il consumo di alimenti ultra-processati (UPF), ricchi di zuccheri, grassi, sale e additivi ma poveri di fibre e micronutrienti, associati a obesità e disturbi gastrointestinali.
Questo studio osservazionale trasversale, condotto presso l’Università di Bologna e l’IRCCS Sant’Orsola, ha valutato l’associazione tra consumo di UPF e sintomi gastrointestinali in 76 soggetti (22 IBS, 18 CD, 16 CD-IBS, 20 controlli). L’analisi, focalizzata su IBS vs controlli, ha rilevato un apporto energetico inferiore nei pazienti IBS (1571 vs 2006 kcal; p=0.04) e un minore consumo di UPF (10,3% vs 14,5% del peso totale; 19,5% vs 20,6% delle kcal), con tendenza a evitare dolci e prodotti confezionati.
I pazienti presentavano sintomi più severi (IBS-SSS), peggior qualità di vita (SF-12, p<0.001) e maggior ansia e depressione (HADS, p<0.001). I risultati suggeriscono strategie dietetiche restrittive spontanee nei pazienti IBS, con potenziale rischio di carenze nutrizionali. Pur non dimostrando causalità, lo studio conferma un’associazione tra IBS e ridotto consumo di UPF, evidenziando la necessità di ulteriori studi prospettici.
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(Laurea)
Autore della tesi
Gamberini, Martina
Relatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
Sindrome dell'intestino irrtabile (IBS),Alimenti ultra-processati (UPF),Microbiota intestinale,Dieta,Sintomi gastrointestinali,Qualità della vita
Data di discussione della Tesi
11 Novembre 2025
URI
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Tipologia del documento
Tesi di laurea
(NON SPECIFICATO)
Autore della tesi
Gamberini, Martina
Relatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
Sindrome dell'intestino irrtabile (IBS),Alimenti ultra-processati (UPF),Microbiota intestinale,Dieta,Sintomi gastrointestinali,Qualità della vita
Data di discussione della Tesi
11 Novembre 2025
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