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Abstract
L'obiettivo di questo elaborato è affrontare il tema della traduzione audiovisiva con particolare attenzione al doppiaggio, modalità di localizzazione che in Italia costituisce una tradizione radicata e culturalmente significativa. Dopo una panoramica teorica sul concetto di traduzione audiovisiva e sulle sue principali forme, l’elaborato si concentra sull’analisi del film The Hateful Eight (2015) di Quentin Tarantino, scelto come caso di studio per l’importanza centrale del dialogo e per la complessità del linguaggio adoperato.
Lo studio prende in esame lo stile autoriale del regista, caratterizzato da dialoghi serrati, uso di termini taboo, ironia grottesca e costante alternanza tra tensione e umorismo nero, elementi che pongono sfide significative al traduttore. Vengono analizzate in particolare le strategie traduttive adottate nella versione italiana del film, con riferimento all’adattamento del lessico storico del West, alla resa delle espressioni idiomatiche e dello slang regionale, all’interpretazione di giochi di parole e figure retoriche e alle modifiche imposte dalle esigenze di sincronizzazione labiale.
L’analisi mette in luce come il lavoro del traduttore-dialoghista non si limiti alla ricerca di equivalenti linguistici, ma richieda un continuo bilanciamento tra fedeltà al testo originale e funzionalità comunicativa. Ne emerge il ruolo della traduzione audiovisiva come processo creativo e culturale, capace non solo di preservare lo stile autoriale, ma anche di adattarlo al pubblico di arrivo. In questo senso, il doppiaggio italiano di The Hateful Eight rappresenta un esempio delle sfide e delle potenzialità della mediazione linguistica nel cinema contemporaneo.
Abstract
L'obiettivo di questo elaborato è affrontare il tema della traduzione audiovisiva con particolare attenzione al doppiaggio, modalità di localizzazione che in Italia costituisce una tradizione radicata e culturalmente significativa. Dopo una panoramica teorica sul concetto di traduzione audiovisiva e sulle sue principali forme, l’elaborato si concentra sull’analisi del film The Hateful Eight (2015) di Quentin Tarantino, scelto come caso di studio per l’importanza centrale del dialogo e per la complessità del linguaggio adoperato.
Lo studio prende in esame lo stile autoriale del regista, caratterizzato da dialoghi serrati, uso di termini taboo, ironia grottesca e costante alternanza tra tensione e umorismo nero, elementi che pongono sfide significative al traduttore. Vengono analizzate in particolare le strategie traduttive adottate nella versione italiana del film, con riferimento all’adattamento del lessico storico del West, alla resa delle espressioni idiomatiche e dello slang regionale, all’interpretazione di giochi di parole e figure retoriche e alle modifiche imposte dalle esigenze di sincronizzazione labiale.
L’analisi mette in luce come il lavoro del traduttore-dialoghista non si limiti alla ricerca di equivalenti linguistici, ma richieda un continuo bilanciamento tra fedeltà al testo originale e funzionalità comunicativa. Ne emerge il ruolo della traduzione audiovisiva come processo creativo e culturale, capace non solo di preservare lo stile autoriale, ma anche di adattarlo al pubblico di arrivo. In questo senso, il doppiaggio italiano di The Hateful Eight rappresenta un esempio delle sfide e delle potenzialità della mediazione linguistica nel cinema contemporaneo.
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(Laurea)
Autore della tesi
Ternelli, Diego
Relatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
traduzione,sottotitolaggio,Tarantino,cinema,taboo,adattamento,doppiaggio
Data di discussione della Tesi
10 Ottobre 2025
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(NON SPECIFICATO)
Autore della tesi
Ternelli, Diego
Relatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
traduzione,sottotitolaggio,Tarantino,cinema,taboo,adattamento,doppiaggio
Data di discussione della Tesi
10 Ottobre 2025
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