Oltre il bar: superare il pregiudizio. Relational Design per stimolare nuove interazioni nei piccoli borghi

Le sfide ambientali, sociali e urbane, che stanno definendo e plasmando il nostro futuro, delineano un quadro in cui si evidenzia la necessità di cambiare i modelli di vita finora adottati. Da un lato, la sfida del COVID-19 ha fatto emergere bisogni e problemi sociali tra i quali, tornare a vivere la comunità e in comunità. Dall’altro, i diversi studi sullo stato di salute della terra evidenziano il raggiungimento dei limiti ambientali in quasi tutti gli aspetti che compongono il sistema terra, sottolineando l’inadeguatezza dei modelli. Partendo dalle caratteristiche delle comunità, e provando a definire gli aspetti fondamentali nelle comunità di domani, è stato preso in esame un contesto specifico e reale all’interno del quale inserire il lavoro. Inizialmente lo scopo era indagare la possibilità di considerare i piccoli borghi una risorsa nella quale posare il germoglio della sperimentazione di una progettazione di un futuro più relazionale, con un uso delle risorse più consapevole, provando a spostare l’attenzione dai grandi centri urbani, alle piccole aree rurali, partendo dalle loro risorse inespresse e facendo leva sul senso di comunità intrinseco che li caratterizza. Nell’indagine diretta è emerso però un limite sottovalutato nelle premesse. Quello che viene visto come il punto di forza dei piccoli borghi risulta anche essere uno dei grandi limiti: tutti si conoscono. Una caratteristica che definisce una grande barriera nel riuscire a vedere e scoprire ciò che sta intorno alimentando un agire basato su i pregiudizi. L’analisi si è quindi evoluta, con la progettazione di un servizio che si pone l’obiettivo di analizzare e decostruire la problematica, con la speranza di porre la base per la creazione di relazioni più forti. La proposta è quella di fornire degli strumenti agli abitanti per indagare la propria quotidianità annullando il filtro del pregiudizio.