Layr. Progettazione della prima scarpa antinfortunistica stampata in 3D. Sviluppo di un sistema integrato per la gestione dei dispositivi di protezione individuale e del loro smaltimento per un un'economia circolare.

Il focus progettuale della mia tesi magistrale si concentra su due aspetti principali: da un lato, la sostenibilità nel settore calzaturiero, che attualmente è in crisi; dall’altro, la ricerca e applicazione di nuove tecnologie a segmenti calzaturieri di nicchia. L’obiettivo della tesi è quindi far convergere due mondi ancora distanti, il settore delle calzature di sicurezza e la stampa 3D. Quest’ultima, oggi largamente impiegata nelle innovazioni nel campo delle calzature sportive e della moda, non ha ancora trovato applicazione sistematica in ambiti specifici come quello delle calzature di sicurezza. I dati raccolti evidenziano l’urgenza di un cambio di rotta; nel mondo, ogni anno, si producono circa 24 miliardi di paia di scarpe, di cui ben 22 miliardi finiscono in discarica, e solo il 5% di queste viene riciclato. Numerose aziende stanno quindi cercando di implementare una filiera circolare per incrementare la percentuale di scarpe riciclate. La sfida di questa tesi risiede nell’avvicinare il mondo delle calzature di sicurezza a quello delle scarpe stampate in 3D, mantenendo le caratteristiche di sicurezza necessarie ma promuovendo al contempo la sostenibilità ambientale a nuovi approcci progettuali. Per supportare le scelte di progetto, è stato fondamentale l’uso di diversi approcci metodologici, tra cui il metodo IDes, che ha permesso di individuare e integrare nel progetto i parametri chiave per la produzione di una scarpa di sicurezza. Inoltre, l’impiego di strumenti come GPT ha facilitato la comprensione di aspetti tecnici complessi e di dettagli progettuali non immediatamente evidenti.