Presa in carico abilitativa di un bambino prematuro ad alto rischio con focus sulla fisioterapia respiratoria. Un case report.

Introduzione e scopo: Con il termine prematurità si intende la nascita prima del completamento delle 37 settimane gestazionali. I bambini più critici nascono prima delle 28 settimane e hanno un peso inferiore ai 1000 grammi. Spesso i bambini prematuri possono presentare diverse problematiche fra cui anche quelle respiratorie. Lo scopo principale di questo elaborato è quello di mostrare l’efficacia della fisioterapia respiratoria e come un approccio family centered possa influenzare il benessere del bambino. Presentazione del caso: Per la stesura del case report sono state seguite le linee guida della CARE checklist. Il soggetto dello studio è un bambino nato il 9/5/24 a 24 settimane e ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Infermi di Rimini. Il bambino nel corso della degenza ha subito diversi interventi chirurgici a livello addominale e fin dal primo momento ha riportato difficoltà respiratorie per le quali è stato inizialmente intubato. Dopo svariati tentativi di estubazione fallimentari il bambino è stato sottoposto a tracheostomizzazione il giorno 8/8/24. È stato preso in carico fisioterapica a luglio 2024 e lo stato polmonare era caratterizzato dalla presenza di zone atelettasiche e grandi quantità di secrezioni. Si è cercato di misurare i miglioramenti ottenuti con la fisioterapia respiratoria toracica. Risultati: Il bambino ha mostrato un complessivo miglioramento del rapporto SpO2/FiO2 sia pre che post trattamento con una differenza giornaliera fra questi due rapporti quasi sempre positiva. Inoltre i segnali di stress a livello respiratorio sono diminuiti così come anche la quantità di secrezioni presenti. Conclusioni: Sebbene limitato ad un singolo paziente, questo studio rappresenta comunque un punto di forza in quanto, per questo caso specifico, si può affermare che la fisioterapia respiratoria toracica ha migliorato la situazione respiratoria del piccolo aumentando il suo stato di benessere e di conseguenza quello dei genitori.