Video head impulse test (vHIT) come strumento valutativo dell' imparment vestibolare ed il suo significato nella guida della riabilitazione di pazienti con lesione del sistema nervoso centrale

Background: Il video Head Impulse Test (v-HIT) è uno strumento innovativo per la valutazione del riflesso vestibolo-oculare (VOR), utilizzato per diagnosticare deficit vestibolari in pazienti con vertigini o disturbi dell’equilibrio. Sebbene il v-HIT sia ampiamente utilizzato per identificare patologie vestibolari periferiche, il suo ruolo nella valutazione di disturbi del sistema nervoso centrale. Obiettivi: Questo studio mira a valutare l'utilità del v-HIT come strumento valutativo per la funzione vestibolare in pazienti con patologie degenerative del sistema nervoso centrale (SNC), e a esplorarne il potenziale impatto sulla riabilitazione vestibolare (VR). Le patologie esaminate includono sclerosi multipla (SM), morbo/malattia di Parkinson (MdP), lesioni cerebrali traumatiche (TBI) e atassie cerebellari (CA). Metodi: Gli studi sono stati selezionati eseguendo una ricerca su PubMed utilizzando parole chiave come "video head impulse test", "cerebral", "neurologic disorder*", "traumatic brain injuries", “multiple sclerosis”. Sono stati inclusi studi primari osservazionali che valutavano il guadagno del VOR tramite v-HIT. La qualità metodologica degli studi inclusi è stata valutata utilizzando la scala Newcastle-Ottawa (NOS). Risultati: Sono stati inclusi 23 studi. Il v-HIT ha rilevato deficit vestibolari in una proporzione significativa di pazienti con sclerosi multipla, mentre nei pazienti con lesione cerebrale traumatica lieve e morbo di Parkinson la funzione vestibolare era generalmente normale. Nei pazienti con atassie cerebellari, è stato riscontrato un guadagno del VOR ridotto e disordini nella generazione delle saccadi compensatorie. Conclusioni: Il v-HIT è uno strumento utile per identificare disfunzioni vestibolari in pazienti con patologie del SNC, condizione prevalente in determinati gruppi di pazienti. Tuttavia, l’eterogeneità dei risultati suggerisce la necessità di ulteriori ricerche per valutarne il ruolo specifico nel guidare la riabilitazione.