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Abstract
La malattia policistica epato-renale autosomica dominante (ADPKD) è una patologia genetica caratterizzata dalla formazione di cisti renali che, espandendosi, compromettono progressivamente il parenchima e la funzionalità renale, fino allo stadio terminale di malattia renale cronica. Un adeguato modello dietetico e stile di vita possono avere un impatto positivo sulla patogenesi, rallentando la crescita e la proliferazione delle cisti, nonché la progressione della malattia renale cronica. Tramite la somministrazione di questionari, abbiamo indagato l’aderenza di un gruppo di soggetti affetti da ADPKD alle indicazioni fornite dal team medico, in assenza di sistematici e personalizzati interventi di educazione e counseling da parte di un dietista. La maggior parte dei pazienti afferma di aver ricevuto indicazioni nutrizionali, soprattutto relative alla moderazione dell’apporto proteico, che tuttavia risulta comunque superiore a quello raccomandato. Risulta elevato anche l’apporto di fosforo, quello di calcio è inferiore a quanto raccomandato, mentre l’apporto idrico e di sodio risultano adeguati. La maggior parte dei pazienti ha uno stile di vita attivo; la presenza di ADPKD non sembra influenzare la qualità di vita che, invece, peggiora al progredire della malattia renale cronica. Lo studio sottolinea l’importanza di progettare interventi multidisciplinari che includano la figura del dietista, in grado di modulare la terapia nutrizionale in maniera personalizzata, a seconda delle specifiche esigenze fisiche, psicologiche e sociali.
Abstract
La malattia policistica epato-renale autosomica dominante (ADPKD) è una patologia genetica caratterizzata dalla formazione di cisti renali che, espandendosi, compromettono progressivamente il parenchima e la funzionalità renale, fino allo stadio terminale di malattia renale cronica. Un adeguato modello dietetico e stile di vita possono avere un impatto positivo sulla patogenesi, rallentando la crescita e la proliferazione delle cisti, nonché la progressione della malattia renale cronica. Tramite la somministrazione di questionari, abbiamo indagato l’aderenza di un gruppo di soggetti affetti da ADPKD alle indicazioni fornite dal team medico, in assenza di sistematici e personalizzati interventi di educazione e counseling da parte di un dietista. La maggior parte dei pazienti afferma di aver ricevuto indicazioni nutrizionali, soprattutto relative alla moderazione dell’apporto proteico, che tuttavia risulta comunque superiore a quello raccomandato. Risulta elevato anche l’apporto di fosforo, quello di calcio è inferiore a quanto raccomandato, mentre l’apporto idrico e di sodio risultano adeguati. La maggior parte dei pazienti ha uno stile di vita attivo; la presenza di ADPKD non sembra influenzare la qualità di vita che, invece, peggiora al progredire della malattia renale cronica. Lo studio sottolinea l’importanza di progettare interventi multidisciplinari che includano la figura del dietista, in grado di modulare la terapia nutrizionale in maniera personalizzata, a seconda delle specifiche esigenze fisiche, psicologiche e sociali.
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(Laurea)
Autore della tesi
Basile, Myriam
Relatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
ADPKD, malattia policistica epato-renale, dieta,attivita' fisica, qualità di vita, terapia nutrizionale
Data di discussione della Tesi
26 Novembre 2024
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(NON SPECIFICATO)
Autore della tesi
Basile, Myriam
Relatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
ADPKD, malattia policistica epato-renale, dieta,attivita' fisica, qualità di vita, terapia nutrizionale
Data di discussione della Tesi
26 Novembre 2024
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