Corpi, spazio e potere. Uno sguardo geografico sulla letteratura per l'infanzia

La tesi esplora la relazione tra geografia e letteratura, focalizzandosi sull'infanzia come soggettività capace di rivelare nuove prospettive esistenziali e politiche. Si analizza come i testi letterari per bambine e bambini possano fornire alla geografia un punto di vista unico, consentendogli di indagare l’umanità nella sua natura relazionale. In primo luogo, si definisce l’ambito geografico di riferimento come spazialità simbolica entro cui si muove l’esistenza di ciascuna persona: una geografia profonda che ha a che fare con le relazioni e le parentele dell’umano tra gli umani e con ciò che con esso interagisce. Successivamente si guarda alla storicità dell’idea d’infanzia come dispositivo in grado al contempo di dare forma e descrivere la soggettività infantile. Si analizzano le tecnologie spaziali al servizio di questa figura-dispositivo e la posizione che la letteratura può assumere nei confronti di questo processo di produzione e riproduzione identitaria. La tesi arriva ad esaminare alcuni testi: classici come nel caso di 'Alice nel Paese delle Meraviglie' e 'Le avventure di Pinocchio', storie in cui i personaggi rappresentano un’alternativa al punto di vista sicuro del mondo adulto, poi testi contemporanei che rappresentano i bambini in rapporto a figure fondamentali dello spazio come il confine, la città, il giardino. La relazione tra lo spazio e i bambini si rivela capace di rappresentare in senso simbolico nuovi modi di abitare il presente. In conclusione, la tesi dimostra che la letteratura per l’infanzia può offrire strumenti preziosi per la geografia culturale poiché proprio l'infanzia, nella sua ontologica alterità, permette di interpretare le strutture del potere e di immaginare nuove geografie personali/collettive.