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Abstract
Lo spreco alimentare è uno dei principali problemi che colpisce il nostro pianeta, con un importante impatto sociale, ambientale ed economico. La scarsità delle risorse e l'ampia produzione di rifiuti hanno spinto ricercatori e aziende a considerare la valorizzazione dei sottoprodotti agricoli e agroindustriali all'interno di un quadro di economia circolare.
Al giorno d’oggi, la problematica inerente alla produzione di scarti riguarda tutte le filiere agroalimentari, ma non molte trattano questa problematica con le adeguate attenzioni. Il consumo di prodotti ittici, in Italia, rappresenta una quota di mercato importante e di conseguenza genera anche una elevata quantità di scarti. Un utilizzo efficiente di scarti e di sottoprodotti potrebbe avere un impatto positivo sia sull'economia che sull'ambiente. Ad esempio, i rifiuti alimentari potrebbero essere trasformati e valorizzati attraverso processi biotecnologici per creare nuovi prodotti o ingredienti ad alto valore aggiunto ed essere impiegati in molti altri settori, come quello farmaceutico o quello cosmetico. L’estrazione di questi componenti bioattivi da scarti alimentari può essere effettuata mediante l’utilizzo di varie tecnologie, tradizionali o innovative. A seconda del composto che si vuole estrarre e delle caratteristiche di quest’ultimo, è necessario individuare la tecnologia di estrazione che garantisca una resa maggiore senza andare a modificare le caratteristiche del composto stesso.
La ricchezza di composti presenti negli scarti ittici potrebbe risultare una nuova frontiera nella ricerca, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale e a perseguire uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
Abstract
Lo spreco alimentare è uno dei principali problemi che colpisce il nostro pianeta, con un importante impatto sociale, ambientale ed economico. La scarsità delle risorse e l'ampia produzione di rifiuti hanno spinto ricercatori e aziende a considerare la valorizzazione dei sottoprodotti agricoli e agroindustriali all'interno di un quadro di economia circolare.
Al giorno d’oggi, la problematica inerente alla produzione di scarti riguarda tutte le filiere agroalimentari, ma non molte trattano questa problematica con le adeguate attenzioni. Il consumo di prodotti ittici, in Italia, rappresenta una quota di mercato importante e di conseguenza genera anche una elevata quantità di scarti. Un utilizzo efficiente di scarti e di sottoprodotti potrebbe avere un impatto positivo sia sull'economia che sull'ambiente. Ad esempio, i rifiuti alimentari potrebbero essere trasformati e valorizzati attraverso processi biotecnologici per creare nuovi prodotti o ingredienti ad alto valore aggiunto ed essere impiegati in molti altri settori, come quello farmaceutico o quello cosmetico. L’estrazione di questi componenti bioattivi da scarti alimentari può essere effettuata mediante l’utilizzo di varie tecnologie, tradizionali o innovative. A seconda del composto che si vuole estrarre e delle caratteristiche di quest’ultimo, è necessario individuare la tecnologia di estrazione che garantisca una resa maggiore senza andare a modificare le caratteristiche del composto stesso.
La ricchezza di composti presenti negli scarti ittici potrebbe risultare una nuova frontiera nella ricerca, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale e a perseguire uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(Laurea)
Autore della tesi
Bressan, Laura
Relatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
industria ittica,scarto,valorizzazione,sottoprodotto
Data di discussione della Tesi
23 Luglio 2024
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(NON SPECIFICATO)
Autore della tesi
Bressan, Laura
Relatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
industria ittica,scarto,valorizzazione,sottoprodotto
Data di discussione della Tesi
23 Luglio 2024
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