Abstract
Lo studio qui affrontato si è concentrato sulla riscoperta di un patrimonio nascosto e a volte sconosciuto della città di Bologna: le fonti urbane ossia i pozzi e le cisterne della città. Una ricerca su questo tema è essenziale per completare la conoscenza sul ruolo delle acque nella città di Bologna, affiancandosi agli studi sui canali e cercando di comprendere lo sviluppo di questi manufatti, che rappresentarono per molti secoli l’unica fonte di approvvigionamento di acqua potabile della città. L’importanza di affrontare una tale tematica deriva non solo dalla presenza di questi manufatti in quasi tutte le corti della città ma anche dal loro pregio architettonico e scultoreo e dalla loro rilevanza sociale in tutte le epoche storiche. Questa ricerca è stata condotta con lo scopo di elaborare un approccio metodologico ad hoc per questi manufatti. La metodologia applicata si basa innanzitutto sullo studio dell’evoluzione storica delle strutture in esame. Inoltre, tramite il supporto di un programma di georeferenziazione, è stato possibile elaborare una banca dati dei pozzi censiti con delle schede di catalogo, per descrivere le caratteristiche peculiari di queste “microarchitetture”. Al contempo è stata condotta una campagna di rilievo, in cui sono stati approfonditi alcuni casi studio, i quali sono stati la base per l’elaborazione di strategie di intervento e conservazione applicabili a tutti i manufatti bolognesi. Dopo aver studiato, quindi, la rilevanza della funzione storica di questi manufatti e il loro ruolo centrale all’interno di giardini e orti urbani storici, è possibile proporre una strategia progettuale che reinserisca queste strutture nel proprio contesto. La riabilitazione del loro ruolo funzionale rappresenta un’occasione per contrastare il cambiamento climatico all’interno della città tramite la regimazione delle acque e la rifunzionalizzazione di alcune strutture per la riserva idrica, riportando vegetazione negli spazi della città più fragili.