Dalla generalista alle piattaforme. Il caso di "Mare Fuori"

I teen drama di produzione italiana trasmessi dalle reti televisive generaliste sono un fenomeno relativamente nuovo: le storie di adolescenti hanno sempre costituito uno sfondo a fiction dedicate ad un target più ampio. È soprattutto grazie alle produzioni anglofone e alle piattaforme streaming on-demand che questo genere si codifica ed esplora temi sempre più diversi. Uno dei primi fenomeni sulla generalista da tenere in considerazione è Braccialetti Rossi (a metà tra teen e medial drama), andato in onda su Raiuno dal 2014 al 2016; sulle piattaforme si contano più casi, da SKAM Italia (TIMVision, Netflix, 2018-) ai più recenti Nudes (RaiPlay, 2021) e Prisma (Prime Video, 2022), per citarne alcuni. Alla lista dei teen drama si aggiunge Mare Fuori (Raidue, 2020-), un prodotto Rai Fiction, realizzato in collaborazione con Picomedia: la serie racconta le vicende di un gruppo di ragazzi all’interno dell’IPM di Napoli. Secondo Aldo Grasso è “il primo grande tentativo da parte della Rai di buon uso dello streaming”: l’arrivo delle prime due stagioni su Netflix e lo sfruttamento ad hoc di RaiPlay per la terza stagione le hanno garantito il successo ben oltre la messa in onda televisiva. Ma come siamo arrivati a Mare Fuori? Quali sono le specificità di questa fiction? E quale sarà il suo futuro? Questi sono i principali punti che si affronteranno in questo elaborato, partendo dall’analisi del contesto in cui si è sviluppata, per poi arrivare alla serie in sé, fino ai suoi sviluppi futuri, nazionali ed esteri.