L’eredità custodita dalle montagne. I sanatori alpini e il Grand Hotel Wildbad di San Candido

La tesi si concentra sul tema dei sanatori alpini, strutture dedicate al benessere divenute, in molti casi, meta di villeggiatura per esponenti della nobiltà mitteleuropea, che purtroppo oggi versano in molti casi in uno stato di totale abbandono. L’obiettivo è arrivare ad una conoscenza storica, architettonica e costruttiva di questa tipologia per poter portare un contributo operativo alla conservazione e valorizzazione di tale prezioso patrimonio, talvolta nascosto o sconosciuto, che sta lentamente lasciando posto a cumuli di macerie. I sanatori, nati per isolare i malati di tubercolosi, presentano alcuni caratteri comuni: funzione, forma e contesto. I cambiamenti nelle terapie, l’affinamento delle tecnologie costruttive, l’avvento del turismo e la produzione legislativa in materia di prevenzione sanitaria, portarono nel corso dell’Otto e del Novecento alla progressiva evoluzione di tale tipologia edilizia. L'approccio all'argomento si concentra dunque sul caso studio specifico del Grand Hotel Wildbad di San Candido (BZ). Il Wildbad si contraddistingue per la sua suggestiva posizione e la sua singolarità è dovuta al fatto di trovarsi, sin dall’epoca romana, in zona di frontiera e su un importante snodo commerciale. Il complesso divenne nel 1820 un sanatorio e le sovrapposizioni architettoniche leggibili dimostrano la crescita del centro termale fermata inesorabilmente dalla Grande Guerra. Attraverso l’analisi storica delle fonti e la ricerca bibliografica, ci si propone di individuare i tratti caratterizzanti l’architettura sanatoriale ed il contesto geografico e culturale dell’edificio, per costituire la base per un progetto di recupero consapevole che catturi l’essenza del microcosmo del sanatorio e la concretizzi in scelte sostenibili per la gestione, la manutenzione a lungo termine e l’ambiente.