Caratterizzazione a fatica della lega Scalmalloy per additive manufacturing

Questa tesi si propone di approfondire le caratteristiche meccaniche a fatica della lega Scalmalloy prodotta per Additive Manufacturing. L’obiettivo è studiare l’effetto dello scandio nelle leghe d’alluminio e, in particolare, quello di studiare la lega Scalmalloy prodotta per Additive Manufacturing con la tecnica LPBF (Laser Powder Bed Fusion). L’elaborato inizia con un’introduzione all’alluminio, come viene prodotto e come se ne ricavano delle leghe, per poi continuare con una specifica introduzione sull’additive manufacturing, in cui vengono affrontate tutte le varie tipologie di lavorazioni attuabili attraverso questa tecnica. Particolare attenzione viene data alla LPBF, che consiste nella stampa di componenti, strato dopo strato, attraverso la fusione di un letto di polvere con un laser. A seguire viene analizzato il mercato su cui l’Additive Manufacturing si sta affermando, discutendo vantaggi e svantaggi e definendo i settori in cui in futuro questa tecnica potrà essere sfruttata maggiormente Vengono, successivamente, discussi i dati delle prove statiche sulla Scalmalloy in precedenti test, effettuati in laboratorio presso l'Università di Bologna, ricavandone le principali proprietà meccaniche. Infine, vengono riportati gli studi a fatica effettuati su provini di Scalmalloy, specificandone la modalità di stampa con i rispettivi parametri, i trattamenti termici effettuati e le lavorazioni post stampa. Prima di effettuare i test a fatica, i provini sono stati studiati attentamente per verificare possibili imperfezioni dovute alla stampa in additive manufacturing, effettuando uno studio approfondito allo stereoscopio; a seguire è stata controllata la rugosità dei provini e la loro eccentricità. Dopo i test preliminari, i provini sono stati inseriti in un’apposita macchina che simula il lavoro a fatica e sono stati raccolti i dati con i quali sono state realizzate le curve di Wohler.