Umbri, Sara
(2022)
Scala delle distanze in astrofisica.
[Laurea], Università di Bologna, Corso di Studio in
Astronomia [L-DM270]
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Abstract
In astrofisica, la scala delle distanze cosmiche è l’insieme dei metodi usati per determinare le distanze degli oggetti celesti e quindi le dimensioni dell’Universo. I metodi costituiscono i “gradini” della scala e ognuno di questi viene calibrato utilizzando il “gradino” precedente. Risalendo la scala, perciò, le incertezze sulle distanze si sommano. I metodi diretti sono metodi geometrici che permettono di calcolare le distanze attraverso la geometria, come la parallasse o l’astrometria radar. Essi sono i più precisi, ma non riescono a determinare grandi distanze; costituiscono quindi il primo “gradino” della scala. I metodi indiretti, invece, si basano principalmente sul concetto di candele standard, ovvero di oggetti con una luminosità intrinseca nota. Essi sono divisi in indicatori primari, come le stelle variabili e le supernovae, e in indicatori secondari, come le leggi di scala delle galassie e la legge di espansione dell’Universo. I primi sono calibrati a partire dai metodi geometrici e costituiscono perciò il “gradino” intermedio della scala. I secondi sono calibrati a partire dagli indicatori primari e sono quindi i meno precisi, andando a costituire l’ultimo “gradino” della scala. Essi però possono arrivare a determinare distanze di oggetti ai confini dell’Universo, impossibili da raggiungere altrimenti. Per finire, nella determinazione delle distanze è molto importante considerare il fenomeno dell’estinzione per effettuare stime corrette.
Questo sistema è stato perfezionato e ampliato nel tempo per permettere di rispondere alla domanda "Quanto è grande l’Universo?"
Abstract
In astrofisica, la scala delle distanze cosmiche è l’insieme dei metodi usati per determinare le distanze degli oggetti celesti e quindi le dimensioni dell’Universo. I metodi costituiscono i “gradini” della scala e ognuno di questi viene calibrato utilizzando il “gradino” precedente. Risalendo la scala, perciò, le incertezze sulle distanze si sommano. I metodi diretti sono metodi geometrici che permettono di calcolare le distanze attraverso la geometria, come la parallasse o l’astrometria radar. Essi sono i più precisi, ma non riescono a determinare grandi distanze; costituiscono quindi il primo “gradino” della scala. I metodi indiretti, invece, si basano principalmente sul concetto di candele standard, ovvero di oggetti con una luminosità intrinseca nota. Essi sono divisi in indicatori primari, come le stelle variabili e le supernovae, e in indicatori secondari, come le leggi di scala delle galassie e la legge di espansione dell’Universo. I primi sono calibrati a partire dai metodi geometrici e costituiscono perciò il “gradino” intermedio della scala. I secondi sono calibrati a partire dagli indicatori primari e sono quindi i meno precisi, andando a costituire l’ultimo “gradino” della scala. Essi però possono arrivare a determinare distanze di oggetti ai confini dell’Universo, impossibili da raggiungere altrimenti. Per finire, nella determinazione delle distanze è molto importante considerare il fenomeno dell’estinzione per effettuare stime corrette.
Questo sistema è stato perfezionato e ampliato nel tempo per permettere di rispondere alla domanda "Quanto è grande l’Universo?"
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(Laurea)
Autore della tesi
Umbri, Sara
Relatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
Distanze,Candele standard,Parallasse,Cefeidi,Supernovae,Legge di Hubble,Scala delle distanze
Data di discussione della Tesi
17 Marzo 2022
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(NON SPECIFICATO)
Autore della tesi
Umbri, Sara
Relatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
Distanze,Candele standard,Parallasse,Cefeidi,Supernovae,Legge di Hubble,Scala delle distanze
Data di discussione della Tesi
17 Marzo 2022
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