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Abstract
L’oggetto della presente tesi è il complesso del Santuario di San Michele Arcangelo, collocato a circa un chilometro dal centro del comune di Soliera, in provincia di Modena. Il santuario ha origine molto antica: da un decreto di Matilde di Canossa datato 1106, si deduce che la Chiesa fu sede di “hospitium” per chierici di passaggio e fu affiliata alla celebre Abbazia Benedettina di Pomposa in provincia di Ferrara. In seguito, nel 1198, la giurisdizione della Chiesa si spostò sotto l’Arcivescovato di Modena. L’attuale configurazione è il risultato di una serie di interventi di trasformazione, il più importante dei quali è databile intorno alla metà del secolo XVII. Il complesso architettonico si compone del santuario e della canonica, costruita nel 1934-36. Gli interventi di conservazione proposti nella presente tesi rispondono alle necessità di valorizzazione e di uso del complesso edilizio, e al superamento delle principali vulnerabilità messe in evidenza nel terremoto del maggio 2012, che ha causato diverse lesioni significative tali da rendere inagibile il santuario. Il progetto ha un approccio volto alla conservazione dei segni architettonici del tempo e alla facilitazione della loro lettura, prevedendo, là dove sia necessaria dal punto di vista strutturale e funzionale, delle addizioni costituite da elementi reversibili, come l’acciaio e connettori a secco. Le principali fasi progettuali che vengono messe in evidenza sono costituite dal quadro conoscitivo e dal progetto di conservazione vero e proprio, che prevede anche l’aggiunta di alcuni nuovi elementi costruttivi. Nel progetto di conservazione sono infatti previsti diversi interventi locali e di miglioramento sismico. Il progetto è volto a mettere in rilievo i diversi caratteri evolutivi dei due fabbricati, compresi l’antica facciata con la porta ad arco inflesso e l’antico impianto pittorico del 1490 e del XIX sec., messo in relazione con le altre stratigrafie pittoriche e segni del tempo.