Sangiovese e Albana: origine ed evoluzione in Romagna

Questo elaborato di tesi ha come obiettivo quello di ricostruire, almeno in parte, la storia dei due più rappresentativi vitigni coltivati nell’area romagnola: Sangiovese e Albana. Partendo dal basso medioevo e con qualche riferimento all’epoca romana, si è quindi cercato di stabilire la loro origine e le condizioni che ne hanno favorito la diffusione sul territorio. Inoltre è stata esaminata l’evoluzione delle tecniche di coltivazione e vinificazione che hanno permesso un significativo miglioramento della qualità dei vini prodotti. Il Sangiovese è un vitigno coltivato su quasi tutto il suolo nazionale, diffuso fin dalle remote origini anche al di fuori della Romagna, specialmente in Toscana, ed estesosi poi ad altre regioni, soprattutto grazie all’adattabilità ai terreni difficili e in seguito anche alla buona resistenza alle principali avversità della vite. Presente principalmente nelle zone collinari, è stato da sempre considerato un vino di qualità superiore rispetto agli altri rossi provenienti dalle pianure. L’Albana è invece un vitigno con una diffusione decisamente circoscritta: è infatti presente solo sul territorio romagnolo e i tentativi di coltivarlo al di fuori della sua zona di origine non hanno dato luogo a risultati positivi. Si pensa che questo sia dovuto alla scarsa adattabilità dell’Albana a condizioni ambientali differenti da quelle che sussistono in Romagna. Ubiquitario il Sangiovese e fortemente autoctona l’Albana, entrambi i vini hanno comunque raggiunto significative eccellenze nella loro produzione romagnola, ottenendo riconoscimenti in campo nazionale e internazionale.