Progettazione API REST: best practice e analisi degli URI basata su euristiche

Negli ultimi anni lo sviluppo di applicazioni web/mobile è in continua crescita. La comunicazione client-server avviene tramite l’utilizzo del protocollo HTTP (HyperText Transfer Protocol) che consente al server di rimanere in ascolto su una determinata porta in attesa di ricevere una richiesta da parte di un client. Questa comunicazione avviene, nella maggior parte dei casi, tramite l’utilizzo di API (Application Protocol Interface), ovvero un set di definizioni e protocolli con i quali vengono realizzati e integrati software applicativi. Le API offrono flessibilità, semplificano la progettazione, l’amministrazione e l’utilizzo, e garantiscono opportunità di innovazione. Consentono agli sviluppatori di creare un livello di astrazione che nasconde l’implementazione sottostante, in modo che l’utilizzatore finale non debba preoccuparsi dell’implementazione effettiva. Questa tesi ha lo scopo di analizzare le Web API, in particolare quelle sviluppate utilizzando i principi REST (REpresentational State Transfer), dal un punto di vista sintattico e semantico, considerando le best practice definite da Roy Fielding nella sua dissertazione del 2000. Al giorno d’oggi sono molte le API che si definisco REST, ma quante effettivamente lo sono? Quante rispettano tutte le linee guida fornite da Roy Fielding? All’interno dell’elaborato viene presentato al lettore il software creato durante il lavoro svolto: ClearAPI. ClearAPI è un software modulare, composto da due script e sviluppato al fine di creare un porting degli attuali software esistenti (es. SOFA,Service Oriented Framework for Antipatterns). ClearAPI è implementato sulla base delle euristiche adottate nei software attualmente presenti e ciò che lo contraddistingue è la semplicità di utilizzo, la velocità e la modularità. Quest’ultimo aspetto è un punto fondamentale perché consente a chiunque di aggiungere nuove metriche di analisi con facilità e semplicità.