Gabrielli, Alessio
(2021)
Un nuovo trattamento protettivo autopulente a base di biossido di titanio per il restauro dei calcestruzzi storici: potenziali applicazioni, rilevanza per il restauro e primi risultati di uno studio sperimentale in laboratorio.
[Laurea magistrale], Università di Bologna, Corso di Studio in
Ingegneria edile - architettura [LM-DM270], Documento full-text non disponibile
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Abstract
Lo studio di questa tesi nasce dal crescente interesse nei confronti del restauro del moderno e del contemporaneo, analizzato a partire dal documento di Madrid redatto dall'ICOMOS che ne evidenzia le problematiche peculiari.
Il restauro dei materiali cementizi presenta difficoltà di natura culturale, data la tendenza a considerare i beni del XX secolo meno pregevoli di quelli più antichi. Anche sotto il profilo del metodo di restauro è difficile capire come rapportarsi con ciò che è stato costruito qualche decennio fa, non essendoci unanime consenso sul valore artistico. Contemporaneamente esistono sfide per la conservazione dovute al fatto che si tratta spesso di materiali e metodi di costruzione sperimentali, ancora non del tutto compresi.
Si ripercorre l'evoluzione dell'uso dei materiali cementizi nella storia per evidenziare che non attengono solo alla sfera funzionale dell'architettura ma anche a quella di una ricerca espressiva che la eleva a forma d'arte; si rileva inoltre che il tema della loro trama superficiale è parte integrante del materiale e dell'intento architettonico, quindi è fondamentale da considerare nel restauro. Si propone quindi un nuovo trattamento autopulente a base di biossido di titanio per proteggerne la tessitura superficiale.
Mediante prove di misurazione dell'angolo di contatto e di scolorimento di macchie di blu di metilene, è stata testata l'efficacia fotocatalitica di vari trattamenti, basati sull'utilizzo di silicato di etile o idrossiapatite, come matrici per tenere il TiO2 adeso al substrato. L'utilizzo di TEOS e HAP sul calcestruzzo in combinazione con il TiO2 rappresenta ad oggi una frontiera inesplorata.
È stato simulato un invecchiamento dei campioni mediante dilavamento e le prove sono state ripetute per valutare la permanenza del TiO2 nelle varie matrici. Lo scopo è stato selezionare trattamenti da applicare su supporti di diversa scabrezza superficiale per capire quanto questa incida sulla loro efficacia.
Abstract
Lo studio di questa tesi nasce dal crescente interesse nei confronti del restauro del moderno e del contemporaneo, analizzato a partire dal documento di Madrid redatto dall'ICOMOS che ne evidenzia le problematiche peculiari.
Il restauro dei materiali cementizi presenta difficoltà di natura culturale, data la tendenza a considerare i beni del XX secolo meno pregevoli di quelli più antichi. Anche sotto il profilo del metodo di restauro è difficile capire come rapportarsi con ciò che è stato costruito qualche decennio fa, non essendoci unanime consenso sul valore artistico. Contemporaneamente esistono sfide per la conservazione dovute al fatto che si tratta spesso di materiali e metodi di costruzione sperimentali, ancora non del tutto compresi.
Si ripercorre l'evoluzione dell'uso dei materiali cementizi nella storia per evidenziare che non attengono solo alla sfera funzionale dell'architettura ma anche a quella di una ricerca espressiva che la eleva a forma d'arte; si rileva inoltre che il tema della loro trama superficiale è parte integrante del materiale e dell'intento architettonico, quindi è fondamentale da considerare nel restauro. Si propone quindi un nuovo trattamento autopulente a base di biossido di titanio per proteggerne la tessitura superficiale.
Mediante prove di misurazione dell'angolo di contatto e di scolorimento di macchie di blu di metilene, è stata testata l'efficacia fotocatalitica di vari trattamenti, basati sull'utilizzo di silicato di etile o idrossiapatite, come matrici per tenere il TiO2 adeso al substrato. L'utilizzo di TEOS e HAP sul calcestruzzo in combinazione con il TiO2 rappresenta ad oggi una frontiera inesplorata.
È stato simulato un invecchiamento dei campioni mediante dilavamento e le prove sono state ripetute per valutare la permanenza del TiO2 nelle varie matrici. Lo scopo è stato selezionare trattamenti da applicare su supporti di diversa scabrezza superficiale per capire quanto questa incida sulla loro efficacia.
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(Laurea magistrale)
Autore della tesi
Gabrielli, Alessio
Relatore della tesi
Correlatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
Patrimonio culturale,calcestruzzo,silicato di etile,biossido di titanio,superfici architettoniche,protezione fotocatalitica,concrete heritage,concrete conservation,idrossiapatite
Data di discussione della Tesi
12 Marzo 2021
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(NON SPECIFICATO)
Autore della tesi
Gabrielli, Alessio
Relatore della tesi
Correlatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
Patrimonio culturale,calcestruzzo,silicato di etile,biossido di titanio,superfici architettoniche,protezione fotocatalitica,concrete heritage,concrete conservation,idrossiapatite
Data di discussione della Tesi
12 Marzo 2021
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