Botti, Federica
(2020)
Architettura e campagna. Un Ecomuseo per il fiume Reno a Cento.
[Laurea magistrale], Università di Bologna, Corso di Studio in
Ingegneria edile - architettura [LM-DM270], Documento full-text non disponibile
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Abstract
Il presente lavoro di tesi riguarda la valorizzazione di un territorio caratterizzato da una forte personalità, che offre paesaggi rurali e centri storici affascinanti e narratori di vicende storiche: il centopievese.
È l’“acqua che scorre” tra le città di Cento e Pieve di Cento, da sempre rivali, a dar vita a un intervento che si propone di incentivare il turismo sostenibile e riunire queste terre mediante un progetto del quale la bicicletta vuole essere il motore, l’ago che punto dopo punto unisce con un filo di ciclovie le due sponde dell’argine del Reno “cucendone” i lembi ora semplicemente imbastiti da un unico ponte ciclopedonale.
Passeggiando lungo l’argine sono varie le architetture che si incontrano nella golena del fiume, diverse tra loro per tipologia e funzione, ma accomunate da una caratteristica: lo stato di abbandono.
Si è scelto attraverso questo progetto di tesi di dare nuova vita, laddove è possibile, a questi particolari episodi architettonici concentrando l’attenzione su uno in particolare, l’ex colonia elioterapica fluviale Arnaldo Mussolini, sita nel lato pievese della golena del Reno. Essendo una colonia diurna è di piccole dimensioni ed è formata da due edifici: il corpo principale a due piani, costruito nel 1928, nel quale si trovavano cucina, uffici e la casa del custode al piano primo e un corpo secondario ad un solo piano, edificato due anni dopo, che ospitava bagni e spogliatoi per i piccoli coloni.
Il paesaggio che la circonda è suggestivo poiché conserva ancora quell’aspetto rurale che è venuto a mancare in alcuni tratti che fiancheggiano l’argine, oggi prevalentemente industriali.
Il progetto parte dal ripristino della passerella che un tempo permetteva l’ingresso all’edificio principale al custode anche in tempi di piena, che viene prolungata fino alla sponda centese del Reno e rigirandosi su sé stessa genera due “nodi” che rappresentano il fulcro architettonico del lavoro: l’Ecomuseo del Reno e della Colonia e una torre panoramica.
Abstract
Il presente lavoro di tesi riguarda la valorizzazione di un territorio caratterizzato da una forte personalità, che offre paesaggi rurali e centri storici affascinanti e narratori di vicende storiche: il centopievese.
È l’“acqua che scorre” tra le città di Cento e Pieve di Cento, da sempre rivali, a dar vita a un intervento che si propone di incentivare il turismo sostenibile e riunire queste terre mediante un progetto del quale la bicicletta vuole essere il motore, l’ago che punto dopo punto unisce con un filo di ciclovie le due sponde dell’argine del Reno “cucendone” i lembi ora semplicemente imbastiti da un unico ponte ciclopedonale.
Passeggiando lungo l’argine sono varie le architetture che si incontrano nella golena del fiume, diverse tra loro per tipologia e funzione, ma accomunate da una caratteristica: lo stato di abbandono.
Si è scelto attraverso questo progetto di tesi di dare nuova vita, laddove è possibile, a questi particolari episodi architettonici concentrando l’attenzione su uno in particolare, l’ex colonia elioterapica fluviale Arnaldo Mussolini, sita nel lato pievese della golena del Reno. Essendo una colonia diurna è di piccole dimensioni ed è formata da due edifici: il corpo principale a due piani, costruito nel 1928, nel quale si trovavano cucina, uffici e la casa del custode al piano primo e un corpo secondario ad un solo piano, edificato due anni dopo, che ospitava bagni e spogliatoi per i piccoli coloni.
Il paesaggio che la circonda è suggestivo poiché conserva ancora quell’aspetto rurale che è venuto a mancare in alcuni tratti che fiancheggiano l’argine, oggi prevalentemente industriali.
Il progetto parte dal ripristino della passerella che un tempo permetteva l’ingresso all’edificio principale al custode anche in tempi di piena, che viene prolungata fino alla sponda centese del Reno e rigirandosi su sé stessa genera due “nodi” che rappresentano il fulcro architettonico del lavoro: l’Ecomuseo del Reno e della Colonia e una torre panoramica.
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(Laurea magistrale)
Autore della tesi
Botti, Federica
Relatore della tesi
Correlatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
Architettura,Colonie elioterapiche,Mobilità sostenibile,Eurovelo,Reno
Data di discussione della Tesi
13 Marzo 2020
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(NON SPECIFICATO)
Autore della tesi
Botti, Federica
Relatore della tesi
Correlatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
Architettura,Colonie elioterapiche,Mobilità sostenibile,Eurovelo,Reno
Data di discussione della Tesi
13 Marzo 2020
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