Progetto di edifici in c.a. con dispositivi di smorzamento di tipo fluido-viscoso.

La progettazione sismica delle strutture, condotta agli Stati Limite di Salvaguardia della Vita, si basa su una dicotomia tra resistenza e duttilità, secondo un approccio che prende in esame non solo la capacità della struttura di resistere all’azione sismica rimanendo in campo perfettamente elastico, ma anche il raggiungimento di determinati livelli di duttilità. Questo, al fine di scongiurare collassi e danneggiamenti locali, dannosi e pericolosi per l’obiettivo di salvaguardia della vita. Questa condizione può essere raggiunta in modo alternativo utilizzando sistemi di dissipazione dell’energia sismica. In questo elaborato ne sono stati analizzate diverse tipologie, confrontandone le caratteristiche costruttive e le modalità di funzionamento, ponendo in particolare l’attenzione sui dispositivi di tipo fluido viscoso, per i quali, sono state illustrate le procedure analitiche per l’implementazione nelle strutture in c.a. di nuova costruzione, seguendo le linee guida proposte dalle normative americane, in particolare le FEMA (2000), le linee guida pubblicate nel Blue Book SEAOC (1999) e la normativa NEHRP. L’impiego di questi dispositivi all’interno delle strutture in cemento armato consente di delegare ad essi tutta o buona parte della duttilità richiesta durante l’evento sismico, come esplicitato precedentemente. A seguito quindi di un evento sismico di forte intensità questi dispositivi saranno gli unici elementi a plasticizzarsi per cui è possibile procedere al ripristino del danno intervenendo solo su di essi e non sull’intera struttura, attraverso interventi di minore impatto e costi limitati.