Spazi residenziali tra flessibilità e resilienza: un progetto per l'area Ex Ravone a Bologna

La tesi si sviluppa a partire da uno studio sul Servizio Ferroviario Metropolitano di Bologna e sulle sue stazioni, a seguito del quale è emersa una stazione di particolare importanza per l’intero Servizio, quella di Prati di Caprara, ancora da realizzare, ma collocata in una zona della città con notevoli potenzialità ancora non espresse. La futura stazione fa parte di un ambito di trasformazione denominato “Ex Ravone”: il comparto, che si estende per circa 32 ha, è situato circa 2 km a nord ovest del perimetro del centro storico, in prossimità dell'Ospedale Maggiore, e si trova attualmente in buona parte in stato di abbandono. Per questa ragione si è ritenuto opportuno estendere la visione all'intera area e non limitare lo studio alla sola stazione. Il progetto elaborato propone per l'area un nuovo assetto funzionale e insediativo, pensato in un'ottica di resilienza urbana, ottenuta con una serie di prescrizioni riguardanti in particolare il disegno delle strade, delle aree verdi, il rapporto tra superfici permeabili e impermeabili. Si è poi definito un progetto, che ha fissato le linee generali di intervento sull'intera area residenziale e ha quindi approfondito la progettazione di un singolo isolato, applicando anche a questa scala principi di resilienza, sia ambientale che sociale. Gli “stress” a cui un insediamento oggi può essere sottoposto infatti, sono sia di tipo ambientale, sia determinati dai cambiamenti di esigenze dovuti ai mutamenti della società che producono importanti effetti sulle esigenze degli abitanti e quindi sui tipi di spazi necessari a soddisfarle. Ciò ha portato a considerare attentamente nel progetto il tema della “flessibilità”, di tipo morfologico, distributivo, funzionale, tecnologico, come una forma di resilienza, ossia la capacità di un sistema di resistere ad uno stress indotto.