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Abstract
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un notevole aumento del traffico dati mobile, trend confermato anche per il futuro, generato in gran parte da dispositivi smart e perlopiù legato alla metodica di accesso e scambio dati nota con il nome di video streaming. Si stima infatti che circa l'80% della bandwidth mobile mondiale nel 2021 sarà utilizzata per lo scambio di dati audio/video. Risulta dunque di fondamentale importanza per i provider di rete e dei servizi di video streaming, soprattutto quelli forniti on-demand, cercare di comprendere quali sono i parametri che maggiormente influenzano la cosiddetta QoE - Quality of Experience sperimentata dagli utenti finali, in modo da garantire loro il miglior servizio possibile (QoS - Quality of Service), mantenendo comunque alti i profitti. Nell'ambito delle applicazioni e servizi di video streaming, in particolare, la qualità percepita dagli utenti finali risulta fortemente influenzata da diversi effetti di degradazione che possono verificarsi a causa di cattive condizioni di rete, soprattutto nello specifico ambito della mobilità. Da questi studi risulta come, ad esempio, gli utenti preferiscono sperimentare effetti di degradazione temporale durante la riproduzione di contenui multimediali piuttosto che effetti di degradazione della qualità, risultati da cui derivano scelte implementative quali, ad esempio, l'utilizzo del protocollo TCP e la nascita del cosiddetto HTTP-based adaptive streaming, ovvero quella tecnica che permette di adattare la qualità dei segmenti scaricati in base al throughput, in modo da minimizzare il numero di interruzioni del servizio e massimizzare, al contempo, la qualità del media in download. Dopo una rapida analisi delle principali tecnologie oggi utilizzate, si evince come vi sia la necessità di definire un unico formato per il manifest e per la struttura dei segmenti. Si arriva così alla definizione dello standard MPEG-DASH con le proprie euristiche di adattamento.