Checchi, Anna
(2010)
Il museo del riuso. Progetto di riqualificazione dell'ex caserma Sani a Bologna.
[Laurea specialistica a ciclo unico], Università di Bologna, Corso di Studio in
Architettura [TU-DM509] - Cesena
Documenti full-text disponibili:
Abstract
Il progetto di riqualificazione della Caserma Sani si ispira allʼinteresse nei confronti delle
tematiche del recupero edilizio e urbano.
Esso nasce dallʼintenzione di reintegrare unʼarea urbana in via di dismissione nel suo
contesto attraverso lʼinserimento di nuove funzioni che rispondano alle esigenze di questa
parte di città e nel contempo riqualificare i fabbricati esistenti attraverso un progetto di
recupero e completamento che favorisca il dialogo del complesso esistente con il sistema
urbano circostante.
La volontà di riuso della maggioranza degli edifici facenti parte del vecchio impianto si
basa su considerazioni legate alla natura stessa del sito: lʼintenzione è quella di conservarne
la memoria, non tanto per il suo valore storico-architettonico, ma perché nel caso
specifico della Caserma più che di memoria è opportuno parlare di scoperta, essendo,
per propria natura militare, un luogo da sempre estraneo alla comunità e al suo contesto,
chiuso e oscurato dal limite fisico del muro di cinta.
La caserma inoltre si compone di edifici essenzialmente funzionali, di matrice industriale,
la cui versatilità si legge nella semplicità e serialità morfologica, rendendoli “organismi dinamici”
in grado di accogliere trasformazioni e cambi di funzione.
Il riuso si muove in parallelo ai concetti di risignificazione e riciclaggio, dividendosi in modo
egualmente efficace fra presupposti teorici e pratici. Esso costituisce una valida alternativa
alla pratica della demolizione, nel caso in cui questa non sia specificatamente necessaria,
e alle implicazione economiche e ambientali (smaltimento dei rifiuti, impiego dei
trasporti e fondi economici, ecc.) che la accompagnano.
Alla pratica del riuso si affianca nel progetto quella di completamento e ampliamento, arricchendo
il vecchio sistema di edifici con nuove costruzioni che dialoghino discretamente
con la preesistenza stabilendo un rapporto di reciproca complementarietà.
Il progetto di riqualificazione si basa su più ampie considerazioni a livello urbano, che
prevedono lʼintegrazione dellʼarea ad un sistema di attraversamento pedonale e ciclabile
che colleghi da nord a sud le principali risorse verdi del quartiere passando per alcuni dei
principali poli attrattori dellʼarea, quali la Stazione Centrale, il Dopolavoro Ferroviario adibito
a verde attrezzato, il nuovo Tecno Polo che sorgerà grazie al progetto di riqualificazione
previsto per lʼex Manifattura Tabacchi di Pier Luigi Nervi e il nuovo polo terziario
che sorgerà dalla dismissione delle ex Officine Cevolani.
In particolare sono previsti due sistemi di collegamento, uno ciclo-pedonale permesso
dalla nuova pista ciclabile, prevista dal nuovo Piano Strutturale lungo il sedime della vecchia
ferrovia che correrà da nord a sud collegando il Parco della Montagnola e in generale
il centro storico al Parco Nord, situato oltre il limite viario della tangenziale.
Parallelamente alla pista ciclabile, si svilupperà allʼinterno del tessuto un ampio viale pedonale
che, dal Dopolavoro Ferroviario (parco attrezzato con impianti sportivi) collegherà
la grande area verde che sorgerà dove ora giacciono i resti delle ex Industrie Casaralta,
adiacenti alla Caserma Sani, già oggetto di bonifica e in via di dismissione, incontrando lungo il suo percorso differenti realtà e funzioni: complessi residenziali, terziari, il polo culturale
e le aree verdi.
Allʼinterno dellʼarea della Caserma sarà integrato agli edifici, nuovi e preesistenti, un sistema
di piazze pavimentate e percorsi di attraversamento che lo riuniscono al tessuto
circostante e favoriscono il collegamento da nord a sud e da est a ovest di zone della città
finora poco coinvolte dal traffico pedonale, in particolare è il caso del Fiera District separato
dal traffico veloce di Via Stalingrado rispetto alla zona residenziale della Bolognina.
Il progetto lascia ampio spazio alle aree verdi, le quali costituiscono più del 50 % della
superficie di comparto, garantendo una preziosa risorsa ambientale per il quartiere.
Lʼintervento assicura lʼinserimento di una molteplicità di funzioni e servizi: residenze unifamiliari
e uno studentato, uffici e commercio, una biblioteca, un auditorium e un polo museale.
Abstract
Il progetto di riqualificazione della Caserma Sani si ispira allʼinteresse nei confronti delle
tematiche del recupero edilizio e urbano.
Esso nasce dallʼintenzione di reintegrare unʼarea urbana in via di dismissione nel suo
contesto attraverso lʼinserimento di nuove funzioni che rispondano alle esigenze di questa
parte di città e nel contempo riqualificare i fabbricati esistenti attraverso un progetto di
recupero e completamento che favorisca il dialogo del complesso esistente con il sistema
urbano circostante.
La volontà di riuso della maggioranza degli edifici facenti parte del vecchio impianto si
basa su considerazioni legate alla natura stessa del sito: lʼintenzione è quella di conservarne
la memoria, non tanto per il suo valore storico-architettonico, ma perché nel caso
specifico della Caserma più che di memoria è opportuno parlare di scoperta, essendo,
per propria natura militare, un luogo da sempre estraneo alla comunità e al suo contesto,
chiuso e oscurato dal limite fisico del muro di cinta.
La caserma inoltre si compone di edifici essenzialmente funzionali, di matrice industriale,
la cui versatilità si legge nella semplicità e serialità morfologica, rendendoli “organismi dinamici”
in grado di accogliere trasformazioni e cambi di funzione.
Il riuso si muove in parallelo ai concetti di risignificazione e riciclaggio, dividendosi in modo
egualmente efficace fra presupposti teorici e pratici. Esso costituisce una valida alternativa
alla pratica della demolizione, nel caso in cui questa non sia specificatamente necessaria,
e alle implicazione economiche e ambientali (smaltimento dei rifiuti, impiego dei
trasporti e fondi economici, ecc.) che la accompagnano.
Alla pratica del riuso si affianca nel progetto quella di completamento e ampliamento, arricchendo
il vecchio sistema di edifici con nuove costruzioni che dialoghino discretamente
con la preesistenza stabilendo un rapporto di reciproca complementarietà.
Il progetto di riqualificazione si basa su più ampie considerazioni a livello urbano, che
prevedono lʼintegrazione dellʼarea ad un sistema di attraversamento pedonale e ciclabile
che colleghi da nord a sud le principali risorse verdi del quartiere passando per alcuni dei
principali poli attrattori dellʼarea, quali la Stazione Centrale, il Dopolavoro Ferroviario adibito
a verde attrezzato, il nuovo Tecno Polo che sorgerà grazie al progetto di riqualificazione
previsto per lʼex Manifattura Tabacchi di Pier Luigi Nervi e il nuovo polo terziario
che sorgerà dalla dismissione delle ex Officine Cevolani.
In particolare sono previsti due sistemi di collegamento, uno ciclo-pedonale permesso
dalla nuova pista ciclabile, prevista dal nuovo Piano Strutturale lungo il sedime della vecchia
ferrovia che correrà da nord a sud collegando il Parco della Montagnola e in generale
il centro storico al Parco Nord, situato oltre il limite viario della tangenziale.
Parallelamente alla pista ciclabile, si svilupperà allʼinterno del tessuto un ampio viale pedonale
che, dal Dopolavoro Ferroviario (parco attrezzato con impianti sportivi) collegherà
la grande area verde che sorgerà dove ora giacciono i resti delle ex Industrie Casaralta,
adiacenti alla Caserma Sani, già oggetto di bonifica e in via di dismissione, incontrando lungo il suo percorso differenti realtà e funzioni: complessi residenziali, terziari, il polo culturale
e le aree verdi.
Allʼinterno dellʼarea della Caserma sarà integrato agli edifici, nuovi e preesistenti, un sistema
di piazze pavimentate e percorsi di attraversamento che lo riuniscono al tessuto
circostante e favoriscono il collegamento da nord a sud e da est a ovest di zone della città
finora poco coinvolte dal traffico pedonale, in particolare è il caso del Fiera District separato
dal traffico veloce di Via Stalingrado rispetto alla zona residenziale della Bolognina.
Il progetto lascia ampio spazio alle aree verdi, le quali costituiscono più del 50 % della
superficie di comparto, garantendo una preziosa risorsa ambientale per il quartiere.
Lʼintervento assicura lʼinserimento di una molteplicità di funzioni e servizi: residenze unifamiliari
e uno studentato, uffici e commercio, una biblioteca, un auditorium e un polo museale.
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(Laurea specialistica a ciclo unico)
Autore della tesi
Checchi, Anna
Relatore della tesi
Correlatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM509
Parole chiave
museo riqualificazione Bologna
Data di discussione della Tesi
14 Luglio 2010
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(?? specialistica_ciclo_unico ??)
Autore della tesi
Checchi, Anna
Relatore della tesi
Correlatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM509
Parole chiave
museo riqualificazione Bologna
Data di discussione della Tesi
14 Luglio 2010
URI
Statistica sui download
Gestione del documento: