Mortellaro, Rosalia
(2017)
Variabilità del regime di frequenza degli estremi pluviometrici: analisi di serie di precipitazione oraria osservate in Emilia-Romagna.
[Laurea magistrale], Università di Bologna, Corso di Studio in
Ingegneria per l'ambiente e il territorio [LM-DM270], Documento ad accesso riservato.
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Abstract
Negli ultimi decenni hanno assunto un’importanza sempre più rilevante gli effetti che i cambiamenti climatici hanno sulle temperature e sul regime delle precipitazioni. Il presente lavoro di Tesi si concentra sull’analisi della variazione del regime di frequenza dei massimi di precipitazione oraria dell’Emilia-Romagna. I dati necessari per condurre le analisi sono stati reperiti dalla rete di sensori pluviometrici gestiti dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale dell’Emilia-Romagna (ARPAE). Le stazioni sono state selezionate in funzione della disponibilità di dati e in modo tale da essere rappresentative del territorio regionale; in particolare, alcune di esse sono situate nel piacentino per meglio comprendere natura e frequenza dell’evento alluvionale del settembre 2015. Per analizzare la variazione del regime di frequenza è stato utilizzato un codice di calcolo sviluppato in ambiente R. Le altezze di precipitazione di ogni stazione sono state aggregate in tre campioni di dati a passo 1, 6 e 24 ore e per ogni campione sono state estratte e analizzate la serie dei massimi annuali e la serie alle durate parziali (POT). Per individuare una variazione del regime di frequenza di una data variabile e caratterizzarne la natura, sulle serie sono stati applicati il test di Pettitt e il test di Mann-Kendall. Per le serie POT sono state calcolate le frequenze relative discriminando gli eventi in funzione del mese, della stagione e della settimana di accadimento. Non si può sostenere la presenza di una diffusa variazione statisticamente significativa del regime di frequenza degli estremi di precipitazione oraria che sia concorde, in tipologia e intensità. I risultati delle stazioni posizionate in prossimità della zona di crinale (Cabanne) suggeriscono un intensificazione degli eventi sia come magnitudo che come frequenza, ma la disponibilità di dati su un arco temporale ridotto non permette di poter generalizzare i risultati ottenuti nel presente lavoro di Tesi.
Abstract
Negli ultimi decenni hanno assunto un’importanza sempre più rilevante gli effetti che i cambiamenti climatici hanno sulle temperature e sul regime delle precipitazioni. Il presente lavoro di Tesi si concentra sull’analisi della variazione del regime di frequenza dei massimi di precipitazione oraria dell’Emilia-Romagna. I dati necessari per condurre le analisi sono stati reperiti dalla rete di sensori pluviometrici gestiti dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale dell’Emilia-Romagna (ARPAE). Le stazioni sono state selezionate in funzione della disponibilità di dati e in modo tale da essere rappresentative del territorio regionale; in particolare, alcune di esse sono situate nel piacentino per meglio comprendere natura e frequenza dell’evento alluvionale del settembre 2015. Per analizzare la variazione del regime di frequenza è stato utilizzato un codice di calcolo sviluppato in ambiente R. Le altezze di precipitazione di ogni stazione sono state aggregate in tre campioni di dati a passo 1, 6 e 24 ore e per ogni campione sono state estratte e analizzate la serie dei massimi annuali e la serie alle durate parziali (POT). Per individuare una variazione del regime di frequenza di una data variabile e caratterizzarne la natura, sulle serie sono stati applicati il test di Pettitt e il test di Mann-Kendall. Per le serie POT sono state calcolate le frequenze relative discriminando gli eventi in funzione del mese, della stagione e della settimana di accadimento. Non si può sostenere la presenza di una diffusa variazione statisticamente significativa del regime di frequenza degli estremi di precipitazione oraria che sia concorde, in tipologia e intensità. I risultati delle stazioni posizionate in prossimità della zona di crinale (Cabanne) suggeriscono un intensificazione degli eventi sia come magnitudo che come frequenza, ma la disponibilità di dati su un arco temporale ridotto non permette di poter generalizzare i risultati ottenuti nel presente lavoro di Tesi.
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(Laurea magistrale)
Autore della tesi
Mortellaro, Rosalia
Relatore della tesi
Correlatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Indirizzo
Ingegneria per l'ambiente e il territorio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
precipitazioni,serie dei massimi annuali,serie alle durate parziali,test di Pettitt,test di Mann-Kendall,data media di accadimento,cambiamenti climatici
Data di discussione della Tesi
9 Febbraio 2017
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(NON SPECIFICATO)
Autore della tesi
Mortellaro, Rosalia
Relatore della tesi
Correlatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Indirizzo
Ingegneria per l'ambiente e il territorio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
precipitazioni,serie dei massimi annuali,serie alle durate parziali,test di Pettitt,test di Mann-Kendall,data media di accadimento,cambiamenti climatici
Data di discussione della Tesi
9 Febbraio 2017
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