Trattamenti innovativi a base di idrossiapatite per il consolidamento della Pietra leccese: efficacia a confronto su campioni degradati artificialmente e con presenza di sali.

Semprini, Alice (2017) Trattamenti innovativi a base di idrossiapatite per il consolidamento della Pietra leccese: efficacia a confronto su campioni degradati artificialmente e con presenza di sali. [Laurea magistrale], Università di Bologna, Corso di Studio in Ingegneria edile - architettura [LM-DM270], Documento full-text non disponibile
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Abstract

In questo studio è stata indagata l’efficacia di un nuovo consolidante inorganico a base di idrossiapatite (HAP) su due calcari porosi, la pietra leccese e il calcare globigerina, che sebbene considerati simili in letteratura differiscono per microstruttura e composizione. L’idrossiapatite può essere ottenuta per sintesi 'wet' facendo reagire un precursore fosfatico (DAP) con ioni calcio presenti nel substrato o aggiunti esternamente. Il trattamento ha già dato risultati promettenti su altri litotipi, ma per la pietra leccese l’efficacia del trattamento era ancora da indagare compiutamente, quindi sono state effettuate prove su campioni degradati termicamente, così da avere assenza di sali e degrado uniforme. Sono state considerate formulazioni con due diverse concentrazioni di DAP (3M e 0,1M) e diversa aggiunta di ioni calcio. Nella soluzione 0,1M è stato aggiunto etanolo per favorire la dissociazione in ioni PO43- che possono reagire e formare HAP. I risultati sono stati messi a confronto con quelli ottenuti dal trattamento tradizionale con silicato di etile (TEOS): sono stati valutati gli effetti del degrado, la variazione delle proprietà meccaniche, la formazione di fasi dopo il trattamento e un primo studio sulla durabilità. I risultati ottenuti sono buoni per entrambi i trattamenti, soprattutto per quello 3M: un buon aumento delle proprietà meccaniche, una buona profondità di penetrazione e l’assenza di fasi metastabili o sottoprodotti dannosi; i risultati sono confrontabili o superiori a quelli dati dal TEOS. Il trattamento 0,1M ha invece un’efficacia minore, forse a causa dell’elevata porosità dei substrati che richiedono un’alta quantità di HAP, pertanto la sua ottimizzazione è attualmente in corso. Inoltre per la prima volta il nuovo trattamento è stato applicato su supporti contaminati da sali, quasi sempre presenti in situ, indagando la possibile formazione di fasi metastabili solubili in grado di ridurre il successo del trattamento.

Abstract
Tipologia del documento
Tesi di laurea (Laurea magistrale)
Autore della tesi
Semprini, Alice
Relatore della tesi
Correlatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
idrossiapatite,silicato di etile,pietra leccese,calcare globigerina,beni culturali,consolidamento,materiali lapidei,calcari porosi,solfato di sodio,cristallizzazione salina
Data di discussione della Tesi
9 Febbraio 2017
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