Polei, Riccardo
(2012)
Diagnosi non distruttiva del patrimonio architettonico: esempi applicativi di radar e termografia attiva.
[Laurea specialistica], Università di Bologna, Corso di Studio in
Ingegneria civile [LS-DM509]
Documenti full-text disponibili:
Abstract
La necessità di conservazione e recupero di murature, di qualsiasi interesse
storico/architettonico, ha evidenziato la necessità di conoscere il più dettagliatamente possibile le
caratteristiche strutturali delle opere interessate: un intervento risulterà tanto più efficace e adatto
agli scopi prefissi quanto maggiore sarà la conoscenza dell’opera, della sua evoluzione, dei
materiali utilizzati per la realizzazione, della tecnica costruttiva e della struttura portante.
Spesso è necessario eseguire interventi di adeguamento sismico di comuni edifici su cui poter
intervenire più o meno indiscriminatamente, mentre, per opere di interesse storico è necessario
ridurre al minimo l’invasività degli interventi: in tutti e due i casi, una buona riuscita
dell’intervento dipende dalla conoscenza dell’organismo strutturale sul quale si deve operare.
Come spesso accade, anche per opere di recente costruzione, risulta difficile poter recuperare i
dati progettuali (disegni e calcoli) e spesso le tecniche e le tipologie utilizzate per le costruzioni
si differenziavano da zona a zona, così come diversi erano i materiali da costruzione; risulta
quindi evidente che per progettare una serie di interventi di recupero è necessario poter ottenere
il maggior numero di informazioni al riguardo.
Diverse sono le esperienze maturate in questo campo in tutta Europa e queste hanno mostrato
come non è sufficiente intervenire con tecniche innovative per adeguare agli standard attuali di
sicurezza opere del passato: infatti, in molti casi, l’applicazione sbagliata di queste tecniche o gli
interventi progettati in modo non adeguato non hanno svolto il loro compito e in alcuni casi
hanno peggiorato la situazione esistente.
Dalle esperienze maturate è stato possibile osservare che anche le migliore tecniche di recupero
non possono risultare efficaci senza un’adeguata conoscenza dello stato di degrado degli edifici,
del loro assetto strutturale e delle possibili carenze. La diagnostica strutturale si vuole inserire
proprio in questo livello potendo fornire ad un progettista tutte le informazioni necessarie per
effettuare al meglio ed in maniera efficace gli interventi di recupero e restauro necessari. Oltre
questi aspetti, le analisi diagnostiche possono essere utilizzate anche per verificare l’efficacia
degli interventi effettuati.
Diversi sono gli aspetti che si possono analizzare in un’indagine di diagnostica ed in base alle
esigenze e alle necessità del rilievo da effettuare sono varie le tecniche a disposizione, ognuna
con le sue peculiarità e potenzialità.
Nella realizzazione di questa tesi sono state affrontate diverse problematiche che hanno previsto
sia l’analisi di situazioni reali in cantiere, sia lo studio in laboratorio.
La prima parte del presente elaborato prevede lo studio delle attività svolte a Palazzo Malvezzi,
attuale sede della Provincia di Bologna. L’edificio, di interesse storico, ha subito diverse
trasformazioni durate la sua vita ed in alcuni casi, queste, eseguite con tecnologie e materiali
inadatti, hanno provocato variazioni nell’assetto statico della struttura; inoltre, il palazzo, è
soggetto a movimenti a livello di fondazione in quanto è presente una faglia di subsidenza che
attraversa l’edificio. Tutte queste problematiche hanno creato movimenti differenziali alla
struttura in elevazione che si sono evidenziati con crepe distribuite in tutto l’edificio.
Il primo aspetto analizzato (capitoli 4 e 5) è lo studio della profondità delle fessure presenti nel
solaio della sala Rossa, sede dei comunicati stampa e delle conferenze della Provincia. Senza
dubbio antiestetiche, le crepe presenti in una struttura, se sottovalutate, possono compromettere
notevolmente le funzioni statiche dell’elemento in cui si sviluppano: la funzione di protezione
fornita dal solaio o da qualsiasi altro elemento strutturale alle armature in questo immerse, viene
meno, offrendo vie preferenziali a possibili situazioni di degrado, specialmente se in condizioni
ambientali aggressive. E' facile intuire, quindi, che un aspetto all’apparenza banale come quello
delle fessure non può essere sottovalutato. L’analisi è stata condotta utilizzando prove soniche ed
impact-echo, tecniche che sfruttano lo stresso principio, la propagazione delle onde elastiche nel
mezzo, ma che si differenziano per procedure di prova e frequenze generate nel test. Nel primo
caso, la presenza del martello strumentato consente di valutare anche la velocità di propagazione
delle onde elastiche, fenomeno utilizzato per ottenere indicazioni sulla compattezza del mezzo,
mentre nel secondo non è possibile ricavare queste informazioni in quanto la tecnica si basa
solamente sullo studio in frequenza del segnale. L’utilizzo dell’impact-echo è stato necessario in
quanto la ristilatura effettuata sulle fessure scelte per l’analisi, non ha permesso di ottenere
risultati utili tramite prove soniche ; infatti, le frequenze generate risultano troppo basse per poter
apprezzare queste piccole discontinuità materiali.
La fase di studio successiva ha previsto l’analisi della conformazione dei solai. Nel capitolo 6,
tale studio, viene condotto sul solaio della sala Rossa con lo scopo di individuarne la
conformazione e la presenza di eventuali elementi di rinforzo inseriti nelle ristrutturazioni
avvenute nel corso della vita del palazzo: precedenti indagini eseguite con endoscopio, infatti,
hanno mostrato una camera d’aria ed elementi metallici posizionati al di sotto della volta a
padiglione costituente il solaio stesso. Le indagini svolte in questa tesi, hanno previsto l’utilizzo
della strumentazione radar GPR: con questa tecnica, basata sulla propagazione delle onde
elettromagnetiche all’interno di un mezzo, è possibile variare rapidamente la profondità
d’ispezione ed il dettaglio ottenibile nelle analisi cambiando le antenne che trasmettono e
ricevono il segnale, caratteristiche fondamentali in questo tipo di studio. I risultati ottenuti hanno
confermato quanto emerso nelle precedenti indagini mostrando anche altri dettagli descritti nel
capitolo.
Altro solaio oggetto d’indagine è quello della sala dell’Ovale (capitoli 7 e 8): costruito per
dividere l’antica sala da ballo in due volumi, tale elemento è provvisto al suo centro di un
caratteristico foro ovale, da cui ne deriva il nome. La forma del solaio lascia supporre la presenza
di una particolare struttura di sostegno che le precedenti analisi condotte tramite endoscopio, non
sono riuscite a cogliere pienamente. Anche in questo caso le indagini sono state eseguite tramite
tecnica radar GPR, ma a differenza dei dati raccolti nella sala Rossa, in questo caso è stato
possibile creare un modello tridimensionale del mezzo investigato; inoltre, lo studio è stato
ripetuto utilizzando un’antenna ad elevata risoluzione che ha consentito di individuare dettagli in
precedenza non visibili.
Un ulteriore studio condotto a palazzo Malvezzi riguarda l’analisi della risalita capillare
all’interno degli elementi strutturali presenti nel piano interrato (capitolo 9): questo fenomeno,
presente nella maggior parte delle opere civili, e causa di degrado delle stesse nelle zone colpite,
viene indagato utilizzando il radar GPR. In questo caso, oltre che individuare i livelli di risalita
osservabili nelle sezioni radar, viene eseguita anche un’analisi sulle velocità di propagazione del
segnale e sulle caratteristiche dielettriche del mezzo, variabili in base al contenuto d’acqua. Lo
scopo è quello di individuare i livelli massimi di risalita per poterli confrontare con successive
analisi.
Nella fase successiva di questo elaborato vengono presentate le analisi svolte in laboratorio.
Nella prima parte, capitolo 10, viene ancora esaminato il fenomeno della risalita capillare:
volendo studiare in dettaglio questo problema, sono stati realizzati dei muretti in laterizio (a 2 o 3
teste) e per ognuno di essi sono state simulate diverse condizioni di risalita capillare con varie
tipologie di sale disciolto in acqua (cloruro di sodio e solfato di sodio). Lo scopo è di valutare i
livelli di risalita osservabili per diverse tipologie di sale e per diverse concentrazioni dello stesso.
Ancora una volta è stata utilizzata la tecnica radar GPR che permette non solo di valutare tali
livelli, ma anche la distribuzione dell’umidità all’interno dei provini, riuscendo a distinguere tra
zone completamente sature e zone parzialmente umide. Nello studio è stata valutata anche
l’influenza delle concentrazioni saline sulla propagazione del segnale elettromagnetico.
Un difetto delle tecniche di diagnostica è quello di essere strumenti qualitativi, ma non
quantitativi: nel capitolo 11 viene affrontato questo problema cercando di valutare la precisione
dei risultati ottenuti da indagini condotte con strumentazione radar GPR. Studiando gli stessi
provini analizzati nel capitolo precedente, la tecnica radar è stata utilizzata per individuare e
posizionare i difetti (muretti a 3 teste) e le pietre (muretti a 2 teste) inserite in questi elementi: i
risultati ottenuti nella prova sono stati confrontati, infine, con la reale geometria.
Nell’ultima parte (capitolo 12), viene esaminato il problema dell’individuazione dei vuoti
all’interno di laterizi: per questo scopo sono state create artificialmente delle cavità di diversa
forma e a diverse profondità all’interno di laterizi pieni che, dopo un trattamento in cella
climatica per aumentarne la temperatura, sono stati sottoposti a riprese termografiche nella fase
di raffreddamento. Lo scopo di queste prove è quello di valutare quale sia la massima differenza
di temperatura superficiale causata dai diversi difetti e per quale intervallo di temperature questa
si verifica.
Abstract
La necessità di conservazione e recupero di murature, di qualsiasi interesse
storico/architettonico, ha evidenziato la necessità di conoscere il più dettagliatamente possibile le
caratteristiche strutturali delle opere interessate: un intervento risulterà tanto più efficace e adatto
agli scopi prefissi quanto maggiore sarà la conoscenza dell’opera, della sua evoluzione, dei
materiali utilizzati per la realizzazione, della tecnica costruttiva e della struttura portante.
Spesso è necessario eseguire interventi di adeguamento sismico di comuni edifici su cui poter
intervenire più o meno indiscriminatamente, mentre, per opere di interesse storico è necessario
ridurre al minimo l’invasività degli interventi: in tutti e due i casi, una buona riuscita
dell’intervento dipende dalla conoscenza dell’organismo strutturale sul quale si deve operare.
Come spesso accade, anche per opere di recente costruzione, risulta difficile poter recuperare i
dati progettuali (disegni e calcoli) e spesso le tecniche e le tipologie utilizzate per le costruzioni
si differenziavano da zona a zona, così come diversi erano i materiali da costruzione; risulta
quindi evidente che per progettare una serie di interventi di recupero è necessario poter ottenere
il maggior numero di informazioni al riguardo.
Diverse sono le esperienze maturate in questo campo in tutta Europa e queste hanno mostrato
come non è sufficiente intervenire con tecniche innovative per adeguare agli standard attuali di
sicurezza opere del passato: infatti, in molti casi, l’applicazione sbagliata di queste tecniche o gli
interventi progettati in modo non adeguato non hanno svolto il loro compito e in alcuni casi
hanno peggiorato la situazione esistente.
Dalle esperienze maturate è stato possibile osservare che anche le migliore tecniche di recupero
non possono risultare efficaci senza un’adeguata conoscenza dello stato di degrado degli edifici,
del loro assetto strutturale e delle possibili carenze. La diagnostica strutturale si vuole inserire
proprio in questo livello potendo fornire ad un progettista tutte le informazioni necessarie per
effettuare al meglio ed in maniera efficace gli interventi di recupero e restauro necessari. Oltre
questi aspetti, le analisi diagnostiche possono essere utilizzate anche per verificare l’efficacia
degli interventi effettuati.
Diversi sono gli aspetti che si possono analizzare in un’indagine di diagnostica ed in base alle
esigenze e alle necessità del rilievo da effettuare sono varie le tecniche a disposizione, ognuna
con le sue peculiarità e potenzialità.
Nella realizzazione di questa tesi sono state affrontate diverse problematiche che hanno previsto
sia l’analisi di situazioni reali in cantiere, sia lo studio in laboratorio.
La prima parte del presente elaborato prevede lo studio delle attività svolte a Palazzo Malvezzi,
attuale sede della Provincia di Bologna. L’edificio, di interesse storico, ha subito diverse
trasformazioni durate la sua vita ed in alcuni casi, queste, eseguite con tecnologie e materiali
inadatti, hanno provocato variazioni nell’assetto statico della struttura; inoltre, il palazzo, è
soggetto a movimenti a livello di fondazione in quanto è presente una faglia di subsidenza che
attraversa l’edificio. Tutte queste problematiche hanno creato movimenti differenziali alla
struttura in elevazione che si sono evidenziati con crepe distribuite in tutto l’edificio.
Il primo aspetto analizzato (capitoli 4 e 5) è lo studio della profondità delle fessure presenti nel
solaio della sala Rossa, sede dei comunicati stampa e delle conferenze della Provincia. Senza
dubbio antiestetiche, le crepe presenti in una struttura, se sottovalutate, possono compromettere
notevolmente le funzioni statiche dell’elemento in cui si sviluppano: la funzione di protezione
fornita dal solaio o da qualsiasi altro elemento strutturale alle armature in questo immerse, viene
meno, offrendo vie preferenziali a possibili situazioni di degrado, specialmente se in condizioni
ambientali aggressive. E' facile intuire, quindi, che un aspetto all’apparenza banale come quello
delle fessure non può essere sottovalutato. L’analisi è stata condotta utilizzando prove soniche ed
impact-echo, tecniche che sfruttano lo stresso principio, la propagazione delle onde elastiche nel
mezzo, ma che si differenziano per procedure di prova e frequenze generate nel test. Nel primo
caso, la presenza del martello strumentato consente di valutare anche la velocità di propagazione
delle onde elastiche, fenomeno utilizzato per ottenere indicazioni sulla compattezza del mezzo,
mentre nel secondo non è possibile ricavare queste informazioni in quanto la tecnica si basa
solamente sullo studio in frequenza del segnale. L’utilizzo dell’impact-echo è stato necessario in
quanto la ristilatura effettuata sulle fessure scelte per l’analisi, non ha permesso di ottenere
risultati utili tramite prove soniche ; infatti, le frequenze generate risultano troppo basse per poter
apprezzare queste piccole discontinuità materiali.
La fase di studio successiva ha previsto l’analisi della conformazione dei solai. Nel capitolo 6,
tale studio, viene condotto sul solaio della sala Rossa con lo scopo di individuarne la
conformazione e la presenza di eventuali elementi di rinforzo inseriti nelle ristrutturazioni
avvenute nel corso della vita del palazzo: precedenti indagini eseguite con endoscopio, infatti,
hanno mostrato una camera d’aria ed elementi metallici posizionati al di sotto della volta a
padiglione costituente il solaio stesso. Le indagini svolte in questa tesi, hanno previsto l’utilizzo
della strumentazione radar GPR: con questa tecnica, basata sulla propagazione delle onde
elettromagnetiche all’interno di un mezzo, è possibile variare rapidamente la profondità
d’ispezione ed il dettaglio ottenibile nelle analisi cambiando le antenne che trasmettono e
ricevono il segnale, caratteristiche fondamentali in questo tipo di studio. I risultati ottenuti hanno
confermato quanto emerso nelle precedenti indagini mostrando anche altri dettagli descritti nel
capitolo.
Altro solaio oggetto d’indagine è quello della sala dell’Ovale (capitoli 7 e 8): costruito per
dividere l’antica sala da ballo in due volumi, tale elemento è provvisto al suo centro di un
caratteristico foro ovale, da cui ne deriva il nome. La forma del solaio lascia supporre la presenza
di una particolare struttura di sostegno che le precedenti analisi condotte tramite endoscopio, non
sono riuscite a cogliere pienamente. Anche in questo caso le indagini sono state eseguite tramite
tecnica radar GPR, ma a differenza dei dati raccolti nella sala Rossa, in questo caso è stato
possibile creare un modello tridimensionale del mezzo investigato; inoltre, lo studio è stato
ripetuto utilizzando un’antenna ad elevata risoluzione che ha consentito di individuare dettagli in
precedenza non visibili.
Un ulteriore studio condotto a palazzo Malvezzi riguarda l’analisi della risalita capillare
all’interno degli elementi strutturali presenti nel piano interrato (capitolo 9): questo fenomeno,
presente nella maggior parte delle opere civili, e causa di degrado delle stesse nelle zone colpite,
viene indagato utilizzando il radar GPR. In questo caso, oltre che individuare i livelli di risalita
osservabili nelle sezioni radar, viene eseguita anche un’analisi sulle velocità di propagazione del
segnale e sulle caratteristiche dielettriche del mezzo, variabili in base al contenuto d’acqua. Lo
scopo è quello di individuare i livelli massimi di risalita per poterli confrontare con successive
analisi.
Nella fase successiva di questo elaborato vengono presentate le analisi svolte in laboratorio.
Nella prima parte, capitolo 10, viene ancora esaminato il fenomeno della risalita capillare:
volendo studiare in dettaglio questo problema, sono stati realizzati dei muretti in laterizio (a 2 o 3
teste) e per ognuno di essi sono state simulate diverse condizioni di risalita capillare con varie
tipologie di sale disciolto in acqua (cloruro di sodio e solfato di sodio). Lo scopo è di valutare i
livelli di risalita osservabili per diverse tipologie di sale e per diverse concentrazioni dello stesso.
Ancora una volta è stata utilizzata la tecnica radar GPR che permette non solo di valutare tali
livelli, ma anche la distribuzione dell’umidità all’interno dei provini, riuscendo a distinguere tra
zone completamente sature e zone parzialmente umide. Nello studio è stata valutata anche
l’influenza delle concentrazioni saline sulla propagazione del segnale elettromagnetico.
Un difetto delle tecniche di diagnostica è quello di essere strumenti qualitativi, ma non
quantitativi: nel capitolo 11 viene affrontato questo problema cercando di valutare la precisione
dei risultati ottenuti da indagini condotte con strumentazione radar GPR. Studiando gli stessi
provini analizzati nel capitolo precedente, la tecnica radar è stata utilizzata per individuare e
posizionare i difetti (muretti a 3 teste) e le pietre (muretti a 2 teste) inserite in questi elementi: i
risultati ottenuti nella prova sono stati confrontati, infine, con la reale geometria.
Nell’ultima parte (capitolo 12), viene esaminato il problema dell’individuazione dei vuoti
all’interno di laterizi: per questo scopo sono state create artificialmente delle cavità di diversa
forma e a diverse profondità all’interno di laterizi pieni che, dopo un trattamento in cella
climatica per aumentarne la temperatura, sono stati sottoposti a riprese termografiche nella fase
di raffreddamento. Lo scopo di queste prove è quello di valutare quale sia la massima differenza
di temperatura superficiale causata dai diversi difetti e per quale intervallo di temperature questa
si verifica.
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(Laurea specialistica)
Autore della tesi
Polei, Riccardo
Relatore della tesi
Correlatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM509
Data di discussione della Tesi
19 Marzo 2012
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(Tesi di laurea specialistica)
Autore della tesi
Polei, Riccardo
Relatore della tesi
Correlatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM509
Data di discussione della Tesi
19 Marzo 2012
URI
Statistica sui download
Gestione del documento: