Castellani, Elena
(2023)
Sperimentazione del chitosano per mitigare il danno da sali nei materiali dell'architettura storica.
[Laurea magistrale], Università di Bologna, Corso di Studio in
Ingegneria edile - architettura [LM-DM270], Documento full-text non disponibile
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Abstract
Il degrado da sali è considerato una delle maggiori cause del deterioramento dei materiali dell’architettura storica, poiché causa il distacco e la perdita di parti di essi. Pertanto è basilare conoscere le modalità con cui i sali contaminano i materiali da costruzione, al fine di trovare misure efficaci per la conservazione del patrimonio storico-architettonico.
Questa tesi pone l’attenzione sull’influenza che l’evaporazione dell’umidità ha nella formazione di efflorescenze e di subefflorescenze nei materiali da costruzione. Inoltre, sono stati indagati i principali processi di cristallizzazione salina, confermando che la pressione di cristallizzazione è il fattore preponderante nel danno da sali.
Sebbene il degrado salino sia stato ampiamente studiato, le soluzioni a questo problema sono ancora molto limitate: questo studio si è focalizzato sulla sperimentazione del chitosano, un biopolimero che agisce da inibitore della cristallizzazione salina, evitando lo sviluppo di pressioni di cristallizzazione capaci di superare la resistenza a trazione del materiale esaminato. Il trattamento a base di chitosano è stato utilizzato in combinazione con uno a base fosfatica che, reagendo con un substrato ricco di calcite, porta alla formazione di idrossiapatite. Inoltre, permette di fornire uno strato di ancoraggio al rivestimento di chitosano sulla superficie dei pori, previene la dissoluzione di calcite dai materiali e quindi la rimozione del chitosano. Sono state condotte indagini su campioni di pietra Globigerina, un calcare bioclastico presente nelle architetture dell’isola di Malta, e di laterizio, uno dei materiali da costruzione più utilizzati nelle architetture storiche. I campioni trattati e quelli non trattati sono stati sottoposti ad un test accelerato di degrado basato sull'assorbimento capillare continuo di una soluzione di solfato di sodio ("wick test").
Lo scopo di questa tesi è verificare l’efficacia di questo trattamento sperimentale sui substrati porosi.
Abstract
Il degrado da sali è considerato una delle maggiori cause del deterioramento dei materiali dell’architettura storica, poiché causa il distacco e la perdita di parti di essi. Pertanto è basilare conoscere le modalità con cui i sali contaminano i materiali da costruzione, al fine di trovare misure efficaci per la conservazione del patrimonio storico-architettonico.
Questa tesi pone l’attenzione sull’influenza che l’evaporazione dell’umidità ha nella formazione di efflorescenze e di subefflorescenze nei materiali da costruzione. Inoltre, sono stati indagati i principali processi di cristallizzazione salina, confermando che la pressione di cristallizzazione è il fattore preponderante nel danno da sali.
Sebbene il degrado salino sia stato ampiamente studiato, le soluzioni a questo problema sono ancora molto limitate: questo studio si è focalizzato sulla sperimentazione del chitosano, un biopolimero che agisce da inibitore della cristallizzazione salina, evitando lo sviluppo di pressioni di cristallizzazione capaci di superare la resistenza a trazione del materiale esaminato. Il trattamento a base di chitosano è stato utilizzato in combinazione con uno a base fosfatica che, reagendo con un substrato ricco di calcite, porta alla formazione di idrossiapatite. Inoltre, permette di fornire uno strato di ancoraggio al rivestimento di chitosano sulla superficie dei pori, previene la dissoluzione di calcite dai materiali e quindi la rimozione del chitosano. Sono state condotte indagini su campioni di pietra Globigerina, un calcare bioclastico presente nelle architetture dell’isola di Malta, e di laterizio, uno dei materiali da costruzione più utilizzati nelle architetture storiche. I campioni trattati e quelli non trattati sono stati sottoposti ad un test accelerato di degrado basato sull'assorbimento capillare continuo di una soluzione di solfato di sodio ("wick test").
Lo scopo di questa tesi è verificare l’efficacia di questo trattamento sperimentale sui substrati porosi.
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(Laurea magistrale)
Autore della tesi
Castellani, Elena
Relatore della tesi
Correlatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
degrado,sali,cristallizzazione,umidità,chitosano,wick test,efflorescenze,materiali porosi
Data di discussione della Tesi
21 Ottobre 2023
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(NON SPECIFICATO)
Autore della tesi
Castellani, Elena
Relatore della tesi
Correlatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
degrado,sali,cristallizzazione,umidità,chitosano,wick test,efflorescenze,materiali porosi
Data di discussione della Tesi
21 Ottobre 2023
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