La Mock Conference come strumento di apprendimento per gli studenti di interpretazione

Il presente elaborato ha come oggetto la Mock Conference (MC) nell’ambito della formazione degli interpreti di conferenza. In particolare, si propone di analizzarne il valore didattico così come viene percepito dagli studenti che la usano. Il primo capitolo offre una panoramica bibliografica, delineando le caratteristiche, la struttura e le modalità d’uso della MC descritte da vari autori internazionali, e una riflessione sul principale modello di apprendimento su cui si basa: l’apprendimento situato. Il capitolo successivo illustra le principali funzioni della MC: in particolare, lo sviluppo di determinate abilità suddivise, seguendo Albl-Mikasa, in pre-, in-, peri-, post- e para-process skills, che gli interpreti ancora in fase di formazione possono sviluppare in preparazione, durante e dopo un incarico di interpretazione nell’ambito di una conferenza, attraverso la partecipazione a una MC in quanto applicazione del modello di apprendimento situato. La MC può avere inoltre ricadute didattiche anche in termini di aumento dell’autostima e spinta a intraprendere una carriera da interprete. Il terzo e ultimo capitolo dell’elaborato è dedicato a un case study realizzato con la partecipazione di otto studenti del secondo anno del corso di Laurea Magistrale in Interpretazione dell’Università di Bologna, campus di Forlì. I risultati permettono di riflettere da un lato su come una determinata esperienza di MC possa portare allo sviluppo delle pre-, in-, peri- e post-process skills e all’eventuale aumento dell’autostima e della motivazione a intraprendere un futuro professionale da interprete; dall’altro invitano a interrogarsi sul diverso valore didattico che la MC, a seconda delle sue caratteristiche e delle modalità di realizzazione, assume nella formazione degli interpreti di conferenza.