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Abstract
Il presente elaborato tratta il tema della comunicazione non verbale in ambito sanitario e si focalizza principalmente sul caso peculiare in cui operatore e paziente non condividono la medesima lingua e cultura. L’analisi di tale argomento si basa su un’intervista semi-strutturata che è stata svolta al personale sanitario di un’associazione umanitaria che offre assistenza medica a persone che non possono accedere alle cure del Sistema Sanitario Nazionale. Lo scopo di tale studio è stato di mostrare i nodi principali della comunicazione in ambito sanitario, anche nel caso in cui vi è la barriera linguistica a ostacolarla, di delineare il ruolo della comunicazione non verbale e di far affiorare le problematiche maggiori in tale ambito. In primo luogo, tale elaborato espone da un punto di vista teorico la comunicazione non verbale. In secondo luogo, viene affrontata la situazione migratoria odierna, che evidenzia la presenza di società sempre più multietniche e multiculturali, fattore che si ripercuote anche sul Sistema Sanitario Nazionale. Successivamente, viene descritto il metodo dello studio e viene riportata l’intervista, la quale è stata organizzata in modo tale da mantenere il rigore nei temi affrontati e, al contempo, da permettere di esaminare nodi specifici emersi durante la conversazione. Infine, sono state esposte le mie analisi derivanti da tale colloquio, che hanno portato alla luce sei temi principali. Complessivamente le considerazioni concernono la figura dell’interprete di comunità in ambito sanitario, le molteplici funzioni della comunicazione non verbale (a titolo esemplificativo, instaurare un rapporto empatico, controllare la veridicità del linguaggio verbale e comunicare concetti), l’influenza della cultura sulla medicina e, infine, le specificità della comunicazione in ambito pediatrico.