Lotta biologica aumentativa in vigneto

La lotta biologica aumentativa è uno strumento sempre più attuale, una grande risorsa per i viticoltori, che, se utilizzata nel modo corretto e inserita in sistemi di lotta biologica o lotta integrata, si può rivelare di grande efficacia. Comporta l’aumento del numero di nemici naturali di insetti parassiti, acari e malerbe, presenti nell’agroecosistema. Vi sono varie tipologie di nemici naturali: parassitoidi, predatori, agenti patogeni, nematodi entomopatogeni. Generalmente si tratta di specie esotiche che nel territorio di origine sono gli antagonisti naturali degli organismi dannosi su cui vengono utilizzati. Il rilascio di nemici naturali viene effettuato con organismi allevati in laboratorio e soprattutto in apposite biofabbriche. Questo sistema porta ad un utilizzo più consapevole dei fitofarmaci di sintesi chimica, che devono essere impiegati solamente quando è strettamente necessario. Nella prima parte dell’elaborato si espongono le caratteristiche della lotta biologica aumentativa, di come si è sviluppata, delle sue applicazioni pratiche e del ruolo delle biofabbriche. La lotta biologica aumentativa è oggi utilizzata nei vigneti italiani quasi esclusivamente per le cocciniglie farinose Planococcus ficus (Signoret) (Hemiptera: Pseudococcidae) e Pseudococcus comstocki (Kuwana) (Hemiptera: Pseudococcidae), con lanci dei due principali nemici naturali delle cocciniglie, Anagyrus vladimiri (Triapitsyn) (Hymenoptera: Encyrtidae) e Cryptolaemus montrouzieri (Mulsant) (Coleoptera: Coccinellidae).