Geografia della distopia. Un'analisi dei romanzi di Orwell, Huxley e Atwood

Il presente lavoro è un'analisi geografica di tre dei più importanti romanzi della letteratura distopica: "1984" di George Orwell, "Il mondo nuovo" di Aldous Huxley e "Il racconto dell’ancella" di Margaret Atwood. L’obiettivo di questa tesi è quello di analizzare i mondi raccontati in queste opere, soffermandosi in particolare su geopolitica, biopolitica, turismo e geografia di genere, per poter comprendere gli strumenti con cui le distopie sono create e tenute in vita, quegli strumenti che servono, cioè, a schiacciare i protagonisti dei romanzi e inglobarli in questi “luoghi cattivi”. L’altro obiettivo del lavoro è, infatti, quello di provare a capire in che modo questi protagonisti riescono ad affrontare il mondo ostile che li circonda, se riescono a conviverci, a difendersi da esso e a resistere. Esistono mondi, spazi, luoghi alternativi, in queste distopie? C’è una speranza, seppure estrema, in questi mondi estremizzati? Si cercherà di individuare questi luoghi analizzando quelle che sono le geografie dell’intimità, dei luoghi e dei ricordi dei protagonisti, dei mondi interiori che, forse, si distinguono da quello esterno. Il testo cerca anche di capire come i protagonisti dei romanzi affrontano e si rapportano al mondo distopico che li circonda e alle sue eventuali alternative. Inoltre, cerca di comprendere come gli stessi autori decidono di rappresentare e raccontare questi comportamenti.