Di Santis, Michael
(2022)
Lieviti criotolleranti e loro ruolo nel settore enologico.
[Laurea], Università di Bologna, Corso di Studio in
Viticoltura ed enologia [L-DM270] - Cesena, Documento full-text non disponibile
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Abstract
La fermentazione del vino non è cambiata in modo significativo dai tempi antichi e gli aspetti più tradizionali sono visti dal mercato come elementi che elevano le sfumature e la qualità del vino. Negli ultimi anni le nuove tendenze di mercato e la ricerca di un bacino sempre maggiore di consumatori devono andare di pari passo con le difficoltà del settore vitivinicolo causate dal cambiamento climatico che si ripercuote sull’agricoltura, sull’uva prodotta e quindi anche sul mosto e il vino. Una delle sfide per il settore enologico è quella di ottenere vini con bassi livelli di alcol e aromi più fruttati partendo da uve sempre più ricche in zuccheri ma con bassa maturazione fenolica. Una soluzione in questo senso può arrivare dai lieviti criotolleranti come i Saccharomyces non-cerevisiae ed i loro ibridi. Essi, infatti, se utilizzati nelle fermentazioni a basse temperature hanno sia le caratteristiche dei lieviti starter (capacità fermentativa, tolleranza all’etanolo e capacità di produrre composti aromatici) sia la capacità di produrre minori livelli di etanolo e maggiori quantitativi di glicerolo. Pertanto, rappresentano un’ottima opportunità per sviluppare e produrre nuovi starter di interesse industriale capaci di venire incontro alle esigenze di mercato.
Abstract
La fermentazione del vino non è cambiata in modo significativo dai tempi antichi e gli aspetti più tradizionali sono visti dal mercato come elementi che elevano le sfumature e la qualità del vino. Negli ultimi anni le nuove tendenze di mercato e la ricerca di un bacino sempre maggiore di consumatori devono andare di pari passo con le difficoltà del settore vitivinicolo causate dal cambiamento climatico che si ripercuote sull’agricoltura, sull’uva prodotta e quindi anche sul mosto e il vino. Una delle sfide per il settore enologico è quella di ottenere vini con bassi livelli di alcol e aromi più fruttati partendo da uve sempre più ricche in zuccheri ma con bassa maturazione fenolica. Una soluzione in questo senso può arrivare dai lieviti criotolleranti come i Saccharomyces non-cerevisiae ed i loro ibridi. Essi, infatti, se utilizzati nelle fermentazioni a basse temperature hanno sia le caratteristiche dei lieviti starter (capacità fermentativa, tolleranza all’etanolo e capacità di produrre composti aromatici) sia la capacità di produrre minori livelli di etanolo e maggiori quantitativi di glicerolo. Pertanto, rappresentano un’ottima opportunità per sviluppare e produrre nuovi starter di interesse industriale capaci di venire incontro alle esigenze di mercato.
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(Laurea)
Autore della tesi
Di Santis, Michael
Relatore della tesi
Correlatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
Lieviti,criotolleranza,saccharomyces,non-Saccharomyces,fermentazione
Data di discussione della Tesi
31 Maggio 2022
URI
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Tipologia del documento
Tesi di laurea
(NON SPECIFICATO)
Autore della tesi
Di Santis, Michael
Relatore della tesi
Correlatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
Lieviti,criotolleranza,saccharomyces,non-Saccharomyces,fermentazione
Data di discussione della Tesi
31 Maggio 2022
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