Facchini, Igor
(2022)
Linguaggio non binario in interpretazione di conferenza: uno studio sperimentale sull'applicabilità dello schwa in interpretazione consecutiva dall'inglese in italiano.
[Laurea magistrale], Università di Bologna, Corso di Studio in
Interpretazione [LM-DM270] - Forli', Documento ad accesso riservato.
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Abstract
Le ricerche sui rapporti tra lingua e genere hanno attirato l’attenzione ormai da diversi decenni sull’importanza del linguaggio nella rappresentazione e autorappresentazione di genere. Abbracciando i contributi provenienti dagli studi di genere, la linguistica e la traduzione si sono interrogate a lungo sulle modalità di scardinamento e decostruzione della matrice androcentrica delle nostre società. Tali riflessioni sono andate di pari passo con la nascita di istanze femministe, le quali hanno segnalato problemi sociali anche attraverso rivendicazioni linguistiche. In una prospettiva sempre più intersezionale, si è cercato di dare visibilità a tutte le soggettività, arginando e rifiutando i meccanismi del discorso patriarcale. La ricerca di spazi linguistici più egualitari, neutri ed estesi sotto il profilo del genere è stata ulteriormente arricchita dalla diffusione delle teorie queer. Sono emerse così nuove strategie comunicative per problematizzare l’eteronormatività e aggirare il rigido binarismo di genere. Recentemente, in Italia, ha riscosso particolare interesse, soprattutto (ma non solo) all’interno della comunità LGBTQIA+, la proposta di adottare lo schwa in alternativa alle tradizionali desinenze maschili e femminili. Di fronte a tale fermento linguistico, lo studio sperimentale oggetto del presente elaborato si interroga su come tradurre un discorso orale dall’inglese in italiano rivelando e mantenendo l’intento transfemminista del testo di partenza. In un’ottica traduttiva, il confronto tra le possibilità di espressione del genere non binario in queste due lingue pone innumerevoli sfide. Prima fra tutte, la tendenza a ricorrere al maschile sovraesteso, che racchiude e oscura gli altri generi, non consentendo in molti casi una congrua espressione di sé o dell’identità altrui. Nel tentativo di fare emergere tali soggettività anche nella lingua di arrivo, si sono volute indagare le possibilità di impiego dello schwa in interpretazione di conferenza.
Abstract
Le ricerche sui rapporti tra lingua e genere hanno attirato l’attenzione ormai da diversi decenni sull’importanza del linguaggio nella rappresentazione e autorappresentazione di genere. Abbracciando i contributi provenienti dagli studi di genere, la linguistica e la traduzione si sono interrogate a lungo sulle modalità di scardinamento e decostruzione della matrice androcentrica delle nostre società. Tali riflessioni sono andate di pari passo con la nascita di istanze femministe, le quali hanno segnalato problemi sociali anche attraverso rivendicazioni linguistiche. In una prospettiva sempre più intersezionale, si è cercato di dare visibilità a tutte le soggettività, arginando e rifiutando i meccanismi del discorso patriarcale. La ricerca di spazi linguistici più egualitari, neutri ed estesi sotto il profilo del genere è stata ulteriormente arricchita dalla diffusione delle teorie queer. Sono emerse così nuove strategie comunicative per problematizzare l’eteronormatività e aggirare il rigido binarismo di genere. Recentemente, in Italia, ha riscosso particolare interesse, soprattutto (ma non solo) all’interno della comunità LGBTQIA+, la proposta di adottare lo schwa in alternativa alle tradizionali desinenze maschili e femminili. Di fronte a tale fermento linguistico, lo studio sperimentale oggetto del presente elaborato si interroga su come tradurre un discorso orale dall’inglese in italiano rivelando e mantenendo l’intento transfemminista del testo di partenza. In un’ottica traduttiva, il confronto tra le possibilità di espressione del genere non binario in queste due lingue pone innumerevoli sfide. Prima fra tutte, la tendenza a ricorrere al maschile sovraesteso, che racchiude e oscura gli altri generi, non consentendo in molti casi una congrua espressione di sé o dell’identità altrui. Nel tentativo di fare emergere tali soggettività anche nella lingua di arrivo, si sono volute indagare le possibilità di impiego dello schwa in interpretazione di conferenza.
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(Laurea magistrale)
Autore della tesi
Facchini, Igor
Relatore della tesi
Correlatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
schwa,linguaggio non binario,interpretazione di conferenza,interpretazione consecutiva,linguaggio di genere,linguaggio inclusivo,sessismo linguistico,studi di genere,gender studies,interpreting studies
Data di discussione della Tesi
16 Marzo 2022
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(NON SPECIFICATO)
Autore della tesi
Facchini, Igor
Relatore della tesi
Correlatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
schwa,linguaggio non binario,interpretazione di conferenza,interpretazione consecutiva,linguaggio di genere,linguaggio inclusivo,sessismo linguistico,studi di genere,gender studies,interpreting studies
Data di discussione della Tesi
16 Marzo 2022
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