Impiego delle microalghe per migliorare la sostenibilità dell’allevamento di orate e branzini

L'allevamento di orate e spigole è una delle più importanti forme di acquacoltura nel Mar Mediterraneo. Grazie allo sviluppo della grande distribuzione organizzata, il consumo ittico negli ultimi anni è cresciuto molto, anche per la percezione positiva da parte del consumatore riguardo la salubrità di questi prodotti; infatti, le specie studiate risultano avere un buon contenuto proteico e un basso tenore lipidico, apportando però discrete quantità di PUFA n-3. È stato dimostrato che la produzione sia di spigole che di orate può comportare tuttavia un impatto ambientale nelle zone di allevamento ed in particolare eutrofizzazione e inquinamento delle acque; infatti questi pesci sono carnivori e necessitano di mangimi con elevato tenore di proteine animali. La produzione di mangimi per le specie ittiche carnivore prevede l’inclusione di oli e farine proteiche di pesce, e rappresenta quindi l’aspetto maggiormente critico in termini di impatto ambientale. In questo elaborato vengono proposte le microalghe come alimento alternativo ai mangimi convenzionali, analizzando le loro proprietà nutrizionali e di tecniche di riproduzione. Risulta che questi organismi conferiscono buone quantità di proteine, di acidi grassi n-3 PUFA, in particolare di EPA e DHA, e si riproducono agevolmente in vari habitat. Nonostante ciò, il prezzo elevato limita il loro impiego in queste produzioni e sono quindi necessari sviluppi in ambito tecnologico per abbassare i costi.