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Abstract
In the context of Holocaust Literature, translation has gradually become a useful tool through which personal narratives of the Shoah can reach new audiences. Translators of testimony thus take on the role of conveyors of meaning and, ultimately, have the crucial responsibility of transmitting the victim’s authentic experience and ‘self’, while also bridging the gap that inevitably exists between past events and witness writing. The aim of this thesis is, then, to analyse the key issues that translating testimony entails in terms of transmission, by means of proposing an English translation to the first four chapters of the Italian Shoah memoir "Una Bambina in Fuga – Diari e lettere di un’ebrea mantovana al tempo" della Shoah by Lidia Gallico.