Use of alternative materials with fused deposition modeling 3D printing

Questa tesi di laurea si basa sul lavoro svolto durante due tirocini della durata di oltre 300 ore ciascuno nell’azienda Carpigiani S.r.l. sita in Anzola dell’Emilia. Nel primo capitolo si va ad analizzare rapidamente la storia dell’azienda fino ai giorni odierni e le principali tipologie di macchine che vengono prodotte, al fine di dimostrare l’effettiva utilità dell’additive manufacturing in una realtà che ha bisogno di re-innovarsi costantemente nonostante essa sia già leader mondiale da anni nella produzione di macchine per il gelato. Nel secondo capitolo, dopo un rapido excursus generale sull’additive manufacturing, si illustra brevemente il funzionamento ed i vantaggi della tecnologia di stampa 3D FDM (fused deposition modeling); in seguito, si descrive e si analizzano i principali vantaggi e problematiche della macchina German RepRapx350pro posseduta dall’azienda. In modo analogo per quanto riguarda la tecnologia di multijet printing e la stampante Projet 3510 SD. La richiesta di sintetizzare e schematizzare i vari tipi di errore è stata mossa direttamente dall’ufficio tecnico per motivare diversi tipi di scelte nei futuri acquisti di macchine per la prototipazione. Nel terzo capitolo, viene affrontata la scelta dei parametri di processo per due tipologie di materiali mai utilizzati prima in Carpigiani con la tecnologia FDM, ovvero un filamento misto in Policarbonato/ABS ed uno in Nylon, entrambi prodotti dalla Filoalfa, azienda italiana specializzata da qualche anno nella produzione di filamenti di alta qualità per la stampa 3D. Lo scopo è quello di creare un profilo di stampa con il software Ultimaker Cura per entrambi i materiali basandosi su indicazioni generali date dai fornitori, sui numerosissimi punti deboli della stampante e sul trial and error.