Abstract
Lo studio riguarda la campagna di prove preliminari per la scelta di un trattamento atto a preservare le pitture rupestri preistoriche in guano di pipistrello e le pareti di calcare carsico della grotta Magura (Bulgaria). L’intento è quello di effettuare una scelta informata, in termini di efficacia, compatibilità e durabilità, confrontando due consolidanti: un prodotto commerciale basato sul silicato di etile e una soluzione a base di idrogenofosfato di diammonio. Il lavoro di tesi è stato condotto nell'ambito di una collaborazione tra il DICAM, la NTConservation ltd e la Nadir srl Plasma & Polymers. I test sono stati condotti su due batterie di campioni (lastrine e cubi): una composta da provini di pietra lasciata tal quale al fine di simulare le pareti calcaree e una composta da provini di pietra sui quali è stato applicato uno strato pittorico (guano sterile + acqua in rapporto 1: 2) a simulazione delle pitture rupestri. Tra i principali problemi della grotta si annovera la colonizzazione biologica, comportante la comparsa di biofilm verde e macchie bianche e nere, acuita inoltre dalla presenza di colonie di chirotteri, responsabili dell’introduzione di un’enorme quantità di materiale organico (guano fresco, carcasse). Un’altra criticità è rappresentata dall'umidità di risalita continua proveniente dal terreno; questa comporta cicli di cristallizzazione salina con conseguente polverizzazione del substrato lapideo. Le particolari condizioni climatiche della grotta (temperatura 12-25°C; umidità relativa% 65-90%) hanno un effetto negativo in termini di degrado. Al trattamento vero e proprio è stato fatto anche precedere un trattamento attraverso plasma non termico, ritenuto un'ottima alternativa ai tradizionali biocidi e un aiuto alla penetrazione dei consolidanti (temporaneo aumento della bagnabilità della superficie).