Documento PDF (Thesis)
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Abstract
Riqualificare e conferire una nuova vita ad un frammento urbano privo di identità, situato negli indecisi margini post-industriali della città di Ravenna diventa l’obiettivo fondamentale. La decisione è stata quella di concentrarsi su uno specifico brano di città, sviluppando un progetto che si impegna a riunire i fabbricati industriali con aree residenziali al confine con essi. Uno schema compositivo semplice e chiaro che vuole mettere in comunicazione due lembi di città divisi da un canale ormai privo di vita. Un lungo asse verde che si frappone tra i resti delle fabbriche in disuso, che non rappresenta soltanto un attraversamento pedonale, bensì diventa, fulcro di una sequenza di spazi pubblici talora chiusi, talora permeabili; una complessiva ed ideale unione che possa mettere in relazione un’area residenziale nata durante il boom economico degli anni ’50 con l’area verde conclusiva del Parco di Teodorico. Di fronte a una tale prospettiva, diventa centrale il tema della conservazione delle archeologie industriali, per cui l’obiettivo principale è quello di rivalutare e dare una nuova immagine, innanzitutto, partendo dal Magazzino dell’Ex Sir e, allo stesso modo cercare di mantenere quel legame, che man mano si sta affievolendo, col nucleo abitativo aldilà della ferrovia e con i quartieri più identitari sorti lungo via Trieste. La parte conclusiva del Canale Candiano si pone ora come un grande e immobile specchio d’acqua. Attraverso questa nuova configurazione, esso può diventare il palcoscenico teatrale di un nuovo spettacolo urbano da cui ammirare sia le rovine monumentali industriali, sia i campanili delle chiese del centro storico. L’intento, quindi, è di proporre una ricucitura urbana tra due frammenti di città che non dialogano e sfruttare tale legame come mezzo di riappropriazione dell’area alla componente naturale, la quale, per oramai troppo tempo, ha forzatamente abbandonato questi luoghi.