Applicazione di bio-elicitori in vigneto per migliorare la composizione delle uve (Last chance for HOME RANCH)

Il surriscaldamento globale degli ultimi anni e le sue conseguenze stanno influenzando particolarmente la viticoltura e il ciclo di maturazione dell'uva e di conseguenza la qualità del vino con essa prodotto. Risulta sempre più comune una mancanza di allineamento fra la maturazione tecnologica (zuccheri, acidità e pH) e quella fenolica (antociani e tannini), soprattutto nelle zone viticole più calde del pianeta, come la Napa Valley, in California. Questo squilibrio fra le due maturazioni porta spesso a vini sbilanciati, poveri di struttura, di colore e di corpo, spenti e privi dell'acidità necessaria a mantenerli vivaci nel tempo. Per contrastare questo problema, in alcuni studi è stato valutato l'utilizzo di elicitori, come ad esempio quelli derivati da lievito inattivato. Su tali basi, l'obiettivo della tesi è stato quello di valutare l'effetto dell'applicazione, in un vigneto adulto di Pinot Noir localizzato in Napa Valley (California), di un estratto di lievito commerciale (LalVigne LM Lallemand, St. Simon, Francia) e di un lievito selezionato scaduto (Saccharomyces Cerevisiae - DV10) sulla produzione di antociani e tannini e sulla loro estraibilità durante la vinificazione rispetto a una tesi di controllo non trattata. Per tutte le tesi in prova sono stati monitorati l'andamento della maturazione tecnologica e della fermentazione e il contenuto di antociani e tannini durante tale processo. I risultati ottenuti si sono dimostrati soddisfacenti, registrando un incremento nella concentrazione e nella estraibilità di questi composti secondari nei mosti ottenuti dalle uve trattate rispetto al bianco. La maturità tecnologica, invece, non ha subito alcuna modifica rispetto al controllo. Da questa prima applicazione si può dunque affermare che, entrambi i prodotti a base di lievito devitalizzato siano efficaci per riequilibrare la maturità fenolica con quella tecnologica.