Confezionamento dei vini: sostenibilita, innovazione e comunicazione

La produzione mondiale di vino stimata dall’OIV dell’annata 2017 ha portato la quantità di vino al livello più basso da decenni: 247 milioni di ettolitri, per l’Europa il calo è concentrato in Italia. L’imballaggio è il prodotto adibito a contenere merci e la disciplina degli imballaggi è normata dal D.lgs. 152/2006. La Dichiarazione Ambientale di Prodotto (DAP) è uno strumento volto alla qualificazione ambientale della filiera vitivinicola e presuppone uno studio di Life Cycle Assessment (LCA) che si basa su specifiche regole tecniche. La LCA è una metodologia che permette di misurare i potenziali impatti ambientali dell’intero ciclo di vita del prodotto. Per il tappo in sughero, l’impatto ambientale dovuto alla perdita di vino è superiore all’impatto relativo al materiale sughero della chiusura in sé. La percentuale di vino sprecato a causa del TCA è tra il 2 e il 5%; le chiusure in alluminio hanno un minore impatto ambientale. Per il confezionamento del vino, le bottiglie di vetro sono quelle ritenute più idonee. Il vetro usato come materiale di confezionamento esclude qualunque rischio di migrazione chimica dal contenitore al contenuto. Materiali alternativi al vetro sono ad esempio Bag-in-box o il (PET). Per la conservazione del vino il materiale di imbottigliamento che si sceglie può influenzare in modo significativo. Il parametro principale è il trasferimento di gas attraverso il materiale di packaging, l’ossigeno è uno dei fattori responsabili del deterioramento di un vino. Tra le principali innovazioni degli ultimi anni ci sono: la presentazione da parte di un negozio online di bottiglie di vino in PET o l’imballaggio monodose del vino o l’innovativo packaging Helix. Concludendo possiamo affermare quanto il packaging sia importante per il consumatore perché permette di capire se quel determinato prodotto può essere di nostro gradimento. Sarà un mezzo di comunicazione ottimale e sempre in fase di sviluppo per il mercato internazionale.