Baldacci, Juri
(2017)
Sottoprodotti dell'industria olearia: possibili approcci per il loro trattamento, smaltimento e possibile valorizzazione.
[Laurea], Università di Bologna, Corso di Studio in
Tecnologie alimentari [L-DM270] - Cesena, Documento ad accesso riservato.
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Abstract
Il sistema agroalimentare si basa sulla quotidiana trasformazione, produzione e distribuzione di milioni di tonnellate di alimenti e bevande, ciascuno dei quali, oltre ad avere un costo valido a compensare l'intera filiera, porta con sé un costo in termini di impatto ambientale.
Per le imprese, trascurare questo aspetto, si traduce nell'avere oneri aggiuntivi futuri, dovuti a costi di gestione dello scarto e a possibili sanzioni dovute a scorrette procedure di smaltimento. Inoltre, non tutti gli scarti alimentari possono essere trattati allo stesso modo e perciò necessitano di operazioni preliminari specifiche.
Un processo tecnologico tradizionale dei paesi dell'area mediterranea, è quello di trasformazione delle olive nei relativi oli vergini (distinguibili nelle categorie merceologiche "extra vergine", "vergine" e "lampante"). Questa tesi vuole focalizzare l'attenzione su ciò che viene prodotto in un frantoio parallelamente all'estrazione dell'olio, cioè alla corretta gestione dei sottoprodotti generati.
Un corretto approccio alla gestione di tali sottoprodotti risponde anche ai continui allarmi riguardanti lo scorretto smaltimento dei reflui con conseguenze deleterie per la fertilità del suolo e la potabilità delle falde acquifere. Per un frantoiano la gestione dei sottoprodotti rappresenta un punto critico, che può però trasformarsi in un beneficio per l'azienda in termini economici e di impatto ambientale.
Con le moderne tecnologie, infatti, è possibile gestire il sottoprodotto non più come "scarto" o "rifiuto", ma come possibile risorsa in grado di essere convertita in una fonte di reddito per l'azienda (es. estrazione e purificazione di molecole antiossidanti ad alto valore aggiunto). Questo è possibile grazie all’interessante composizione chimica propria dei due principali sottoprodotti che si ottengono dalla lavorazione delle olive, cioè la sansa e le acque di vegetazione. Comunque, tali sottoprodotti risultano caratterizzati da un elevato carico inquinante in termini di domanda chimica e biochimica di ossigeno (COD e BOD), che andrebbe a calare notevolmente se si estraessero tutti quei composti ritenuti interessanti per le possibili applicazioni in campo agrario, alimentare, cosmetico e farmaceutico.
Verranno quindi esposti i trattamenti di maggior efficacia ed economicità con i quali è possibile trattare i reflui oleari così da renderli smaltibili/usabili in ottemperanza ai vincoli legislativi.
Abstract
Il sistema agroalimentare si basa sulla quotidiana trasformazione, produzione e distribuzione di milioni di tonnellate di alimenti e bevande, ciascuno dei quali, oltre ad avere un costo valido a compensare l'intera filiera, porta con sé un costo in termini di impatto ambientale.
Per le imprese, trascurare questo aspetto, si traduce nell'avere oneri aggiuntivi futuri, dovuti a costi di gestione dello scarto e a possibili sanzioni dovute a scorrette procedure di smaltimento. Inoltre, non tutti gli scarti alimentari possono essere trattati allo stesso modo e perciò necessitano di operazioni preliminari specifiche.
Un processo tecnologico tradizionale dei paesi dell'area mediterranea, è quello di trasformazione delle olive nei relativi oli vergini (distinguibili nelle categorie merceologiche "extra vergine", "vergine" e "lampante"). Questa tesi vuole focalizzare l'attenzione su ciò che viene prodotto in un frantoio parallelamente all'estrazione dell'olio, cioè alla corretta gestione dei sottoprodotti generati.
Un corretto approccio alla gestione di tali sottoprodotti risponde anche ai continui allarmi riguardanti lo scorretto smaltimento dei reflui con conseguenze deleterie per la fertilità del suolo e la potabilità delle falde acquifere. Per un frantoiano la gestione dei sottoprodotti rappresenta un punto critico, che può però trasformarsi in un beneficio per l'azienda in termini economici e di impatto ambientale.
Con le moderne tecnologie, infatti, è possibile gestire il sottoprodotto non più come "scarto" o "rifiuto", ma come possibile risorsa in grado di essere convertita in una fonte di reddito per l'azienda (es. estrazione e purificazione di molecole antiossidanti ad alto valore aggiunto). Questo è possibile grazie all’interessante composizione chimica propria dei due principali sottoprodotti che si ottengono dalla lavorazione delle olive, cioè la sansa e le acque di vegetazione. Comunque, tali sottoprodotti risultano caratterizzati da un elevato carico inquinante in termini di domanda chimica e biochimica di ossigeno (COD e BOD), che andrebbe a calare notevolmente se si estraessero tutti quei composti ritenuti interessanti per le possibili applicazioni in campo agrario, alimentare, cosmetico e farmaceutico.
Verranno quindi esposti i trattamenti di maggior efficacia ed economicità con i quali è possibile trattare i reflui oleari così da renderli smaltibili/usabili in ottemperanza ai vincoli legislativi.
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(Laurea)
Autore della tesi
Baldacci, Juri
Relatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
sottoprodotti; industria olearia; valorizzazione; acqua di vegetazione; sansa
Data di discussione della Tesi
12 Dicembre 2017
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(NON SPECIFICATO)
Autore della tesi
Baldacci, Juri
Relatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
sottoprodotti; industria olearia; valorizzazione; acqua di vegetazione; sansa
Data di discussione della Tesi
12 Dicembre 2017
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