Il full-text non è disponibile per scelta dell'autore.
(
Contatta l'autore)
Abstract
Averroè (1126-1198) è stato, di certo, uno dei filosofi musulmani più influenti nella storia del pensiero. Formatosi in diritto, astronomia, filosofia, matematica, teologia, è ospitato alla corte dei sovrani almohadi. Qui inizia la composizione di alcuni suoi trattati più celebri, come il Tahafut al-Tahafut ("L'Incoerenza dell'Incoerenza dei Filosofi"), e delle opere per le quali entrerà nella storia del pensiero: i commenti alle opere di Aristotele. Realizza, nella sua copiosa attività letteraria, tre tipi di commenti alle opere di Aristotele: i commenti brevi, o epitomi; i commenti medi; i commenti grandi. Fra questi, una delle opere insieme meno riuscite e più geniali è certo il commento medio alla Poetica di Aristotele. Averroè, infatti, deve cercare di "tradurre" da una cultura, come quella ellenica, a un'altra, come quella arabo-islamica, i maggiori concetti dello scritto dello Stagirita. Incontra, tuttavia, una serie di difficoltà quando s'accorge che è impossibile far comprendere ai suoi lettori i concetti di "tragedia" e di "commedia", in quanto sono forme di espressione assenti nella loro cultura. La tragedia diviene dunque la poesia encomiastica, l'encomio o laudatio; la commedia diviene la satira. Il fraintendimento di questi elementi cardine dello scritto di Aristotele ha diviso la critica: da un lato, chi considera quest'opera un fallimento, lontana dallo spirito aristotelico; dall'altro, chi ritiene che essa possa essere letta, logicamente, come un trattato di poetica araba, e, in questo, è un'opera assolutamente originale.
Abstract
Averroè (1126-1198) è stato, di certo, uno dei filosofi musulmani più influenti nella storia del pensiero. Formatosi in diritto, astronomia, filosofia, matematica, teologia, è ospitato alla corte dei sovrani almohadi. Qui inizia la composizione di alcuni suoi trattati più celebri, come il Tahafut al-Tahafut ("L'Incoerenza dell'Incoerenza dei Filosofi"), e delle opere per le quali entrerà nella storia del pensiero: i commenti alle opere di Aristotele. Realizza, nella sua copiosa attività letteraria, tre tipi di commenti alle opere di Aristotele: i commenti brevi, o epitomi; i commenti medi; i commenti grandi. Fra questi, una delle opere insieme meno riuscite e più geniali è certo il commento medio alla Poetica di Aristotele. Averroè, infatti, deve cercare di "tradurre" da una cultura, come quella ellenica, a un'altra, come quella arabo-islamica, i maggiori concetti dello scritto dello Stagirita. Incontra, tuttavia, una serie di difficoltà quando s'accorge che è impossibile far comprendere ai suoi lettori i concetti di "tragedia" e di "commedia", in quanto sono forme di espressione assenti nella loro cultura. La tragedia diviene dunque la poesia encomiastica, l'encomio o laudatio; la commedia diviene la satira. Il fraintendimento di questi elementi cardine dello scritto di Aristotele ha diviso la critica: da un lato, chi considera quest'opera un fallimento, lontana dallo spirito aristotelico; dall'altro, chi ritiene che essa possa essere letta, logicamente, come un trattato di poetica araba, e, in questo, è un'opera assolutamente originale.
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(Laurea)
Autore della tesi
Schirano, Cristiano
Relatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
poetica,aristotele,averroè,commento,commentatore,estetica,filosofia,arabo
Data di discussione della Tesi
11 Luglio 2017
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(NON SPECIFICATO)
Autore della tesi
Schirano, Cristiano
Relatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
poetica,aristotele,averroè,commento,commentatore,estetica,filosofia,arabo
Data di discussione della Tesi
11 Luglio 2017
URI
Gestione del documento: