Castellano, Raffaella
(2017)
Stabilizzazione di un succo di carota e arancia addizionato di estratto di Cotinus coggygria e olio essenziale di Satureja montana.
[Laurea], Università di Bologna, Corso di Studio in
Tecnologie alimentari [L-DM270] - Cesena, Documento ad accesso riservato.
Documenti full-text disponibili:
|
Documento PDF
Full-text non accessibile fino al 10 Luglio 2027.
Disponibile con Licenza: Salvo eventuali più ampie autorizzazioni dell'autore, la tesi può essere liberamente consultata e può essere effettuato il salvataggio e la stampa di una copia per fini strettamente personali di studio, di ricerca e di insegnamento, con espresso divieto di qualunque utilizzo direttamente o indirettamente commerciale. Ogni altro diritto sul materiale è riservato
Download (1MB)
| Contatta l'autore
|
Abstract
Le caratteristiche intrinseche di succhi e bevande a base di frutta li rendono suscettibili allo sviluppo di molti microrganismi, tra i quali Saccharomyces cerevisiae e Lactobacillus plantarum, con conseguente scadimento delle proprietà organolettiche e nutrizionali. Inoltre, negli ultimi anni è in crescente aumento l’interesse da parte dei consumatori per prodotti “naturali”, privi di conservanti di sintesi che sono percepiti come dannosi per la salute umana.
L’obiettivo della sperimentazione è stato pertanto quello di utilizzare, in qualità di inibitori o ritardatori della crescita dei microrganismi degradativi sopracitati, degli estratti ottenuti da piante e prodotti vegetali (Satureja montana e Cotinus coggygria) in un’ottica di strategia combinata di stabilizzazione di un succo di frutta di carota e arancia che comprende, oltre all’utilizzo di antimicrobici naturali, anche blandi trattamenti termici e conservazione refrigerata.
I succhi, inoculati con un mix di S. cerevisiae e L. plantarum e addizionati di una delle sostanze antimicrobiche, sono stati divisi in “non trattati” e “trattati”, a temperature di 60°C per tempi di 2 o 5 minuti, e successivamente refrigerati; oltre a questi campioni, sono stati preparati dei vials di controllo, in cui non è stata aggiunta alcuna sostanza. La shelf-life dei succhi è stata monitorata fino a 50 giorni valutando il numero di cellule vitali dei due microrganismi utilizzati e mediante l’analisi di pH, attività antiossidante e colore.
Complessivamente, i risultati di tale sperimentazione hanno evidenziato la possibilità di stabilizzare un succo, altamente deperibile in virtù del suo elevato pH, mediante l’applicazione della “Hurdle Technology” sopracitata. In più, non sono state riscontrate modificazioni significative del pH e del colore dei succhi durante tutto il periodo considerato; al contrario, si sono invece determinate delle variazioni nel potere antiossidante anche se di modesta entità.
Abstract
Le caratteristiche intrinseche di succhi e bevande a base di frutta li rendono suscettibili allo sviluppo di molti microrganismi, tra i quali Saccharomyces cerevisiae e Lactobacillus plantarum, con conseguente scadimento delle proprietà organolettiche e nutrizionali. Inoltre, negli ultimi anni è in crescente aumento l’interesse da parte dei consumatori per prodotti “naturali”, privi di conservanti di sintesi che sono percepiti come dannosi per la salute umana.
L’obiettivo della sperimentazione è stato pertanto quello di utilizzare, in qualità di inibitori o ritardatori della crescita dei microrganismi degradativi sopracitati, degli estratti ottenuti da piante e prodotti vegetali (Satureja montana e Cotinus coggygria) in un’ottica di strategia combinata di stabilizzazione di un succo di frutta di carota e arancia che comprende, oltre all’utilizzo di antimicrobici naturali, anche blandi trattamenti termici e conservazione refrigerata.
I succhi, inoculati con un mix di S. cerevisiae e L. plantarum e addizionati di una delle sostanze antimicrobiche, sono stati divisi in “non trattati” e “trattati”, a temperature di 60°C per tempi di 2 o 5 minuti, e successivamente refrigerati; oltre a questi campioni, sono stati preparati dei vials di controllo, in cui non è stata aggiunta alcuna sostanza. La shelf-life dei succhi è stata monitorata fino a 50 giorni valutando il numero di cellule vitali dei due microrganismi utilizzati e mediante l’analisi di pH, attività antiossidante e colore.
Complessivamente, i risultati di tale sperimentazione hanno evidenziato la possibilità di stabilizzare un succo, altamente deperibile in virtù del suo elevato pH, mediante l’applicazione della “Hurdle Technology” sopracitata. In più, non sono state riscontrate modificazioni significative del pH e del colore dei succhi durante tutto il periodo considerato; al contrario, si sono invece determinate delle variazioni nel potere antiossidante anche se di modesta entità.
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(Laurea)
Autore della tesi
Castellano, Raffaella
Relatore della tesi
Correlatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
Trattamento termico, antimicrobici naturali, Saccharomyces cerevisiae, Lactobacillus plantarum, succo di frutta, conservazione refrigerata
Data di discussione della Tesi
18 Luglio 2017
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di laurea
(NON SPECIFICATO)
Autore della tesi
Castellano, Raffaella
Relatore della tesi
Correlatore della tesi
Scuola
Corso di studio
Ordinamento Cds
DM270
Parole chiave
Trattamento termico, antimicrobici naturali, Saccharomyces cerevisiae, Lactobacillus plantarum, succo di frutta, conservazione refrigerata
Data di discussione della Tesi
18 Luglio 2017
URI
Gestione del documento: